Eccoci di nuovo nel bizzarro mondo rococò del Doctor Strange, il carismatico chirurgo della Marvel interpretato con solida convinzione da Benedict Cumberbatch. Sam Raimi sostituisce Scott Derrickson alla regia, dispensando più o meno la stessa estetica da action movie lievemente sinistro. In questo secondo capitolo il Doctor Strange porta la sua mente straordinaria in giro per il multiverso, in cui coesistono infinite realtà alternative, affrontando il concetto, che altri film trattano con un’eccessiva serietà, con umorismo e un tocco di surreale melodrammaticità. Dopo aver assistito con il cuore spezzato al matrimonio della sua ex (Rachel McAdams) Strange si rende conto di dover proteggere un’adolescente (Xochitl Gomez) capace di passare da una realtà all’altra. Ma prende anche la fatidica decisione di farsi aiutare dall’ex Avenger Wanda Maximoff (Elizabeth Olsen), ossessionata a sua volta dalle visioni di una realtà in cui la sua unica ragione di vita sono i suoi figli. Certo, le infinite realtà tendono a ridurre l’impatto drammatico di quello che succede in ognuna. Ma il tutto è gestito con leggerezza e ci si diverte.
Peter Bradshaw, The Guardian

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Questo articolo è uscito sul numero 1459 di Internazionale, a pagina 84. Compra questo numero | Abbonati