La grande ironia di questo nuovo, parzialmente attualizzato, adattamento dell’ultimo romanzo di Jane Austen è che restituisce il suo difficile rapporto con il materiale originale ottocentesco in una modalità repressa, passivo-aggressiva, lontana dalla visione tagliente della società che proponeva la grande scrittrice. Per fare un esempio, il contrasto tra i dialoghi moderni e il linguaggio proprio del periodo in cui è ambientato il romanzo, finiscono per far sembrare fasulli entrambi gli stili.
Teo Bugbee, The New York Times

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it

Questo articolo è uscito sul numero 1470 di Internazionale, a pagina 90. Compra questo numero | Abbonati