Gli ultimi due trii per archi e pianoforte di Antonín Dvořák sono un’accoppiata perfetta per un disco. Il terzo presenta il compositore al livello più alto del suo cosiddetto stile classico. Il quarto, noto anche come Dumky, è l’apoteosi del suo personalissimo stile slavo. Sono due capolavori. Per decenni il loro riferimento discografico è stato quello del Trio Suk (Supra­phon). Ora questa nuova registrazione è una seria rivale, anche se molto diversa. L’interpretazione della formazione guidata da Josef Suk, diretta e spontanea, di solito è considerata tipicamente ceca. Il trio dei fratelli Tetzlaff e Lars Vogt dà invece la sensazione di un ensemble con tre personalità forti, però sempre pronte a cooperare. Suonano con una libertà e una flessibilità ritmica che il Trio Suk, più rigoroso, non si permette. Il risultato suona sempre naturale, perché i musicisti rispettano rigorosamente la forma di ogni frase. È un esempio ideale di musica da camera nel suo senso originale, quello di persone che suonano insieme in un ambiente domestico e intimo. Però qui è eseguita da tre grandi virtuosi al loro meglio.
Il pianista tedesco Lars Vogt è morto il 5 settembre. Aveva 51 anni.

David Hurwitz, ClassicsToday

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Questo articolo è uscito sul numero 1478 di Internazionale, a pagina 96. Compra questo numero | Abbonati