Pechino, Cina, 25 marzo 2021 (Kevin Frayer, Getty)

Il 14 settembre la Commissione europea ha proposto di proibire l’importazione e la vendita di prodotti realizzati con il lavoro forzato, scrive la Neue Zürcher Zeitung. Il divieto sarà attuato attraverso le autorità nazionali, che avvieranno indagini preliminari per valutare se un prodotto può essere legato al lavoro forzato. In caso di sospetto fondato, saranno avviate inchieste approfondite attraverso controlli e ispezioni, anche fuori dell’Unione europea. La proposta dev’essere discussa e approvata dal parlamento europeo e dal Consiglio dell’Unione europea prima di poter entrare in vigore. Il divieto riguarda il lavoro forzato in tutto il mondo, ma l’idea della commissione, spiega il quotidiano svizzero, si concentra soprattutto sulla situazione nella provincia cinese dello Xinjiang, dove diverse aziende occidentali (Apple, Volkswagen, Zara, Nike, H&M) sono accusate di sfruttare gli uiguri, una minoranza di religione islamica perseguitata dal governo di Pechino. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1479 di Internazionale, a pagina 112. Compra questo numero | Abbonati