Questo adattamento di Maigret e la giovane morta sembra già un classico, come se avesse sempre fatto parte della filmografia di Patrice Leconte e Gérard Depardieu. Già da tempo il primo (L’insolito caso di Mr. Hire, 1989) aveva sorpreso e convinto mostrando le sue affinità con l’universo di Simenon. Mentre Depardieu sembra aver sempre avuto la statura e l’andatura del leggendario commissario. Un personaggio amato più dalla tv che dal cinema, tanto che l’ultima volta sul grande schermo aveva il volto di Jean Gabin, in quella Francia degli anni cinquanta che ritroviamo qui attraverso una Parigi lugubre, fotografata a tinte forti: bianca come la gonna immacolata presto macchiata di rosso, nera come la notte in cui una giovane è trovata morta. Delle indagini se ne incarica il commissario Maigret, ma per fortuna l’intreccio è classico fino a un certo punto.
Frédéric Strauss, Télérama

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Questo articolo è uscito sul numero 1479 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati