◆ Quest’estate il Pakistan è stato colpito da violente piogge monsoniche, che hanno causato le più gravi alluvioni nella storia del paese. Secondo gli scienziati, la probabilità che avvenisse una catastrofe simile è stata aumentata dalla crisi climatica. I ricercatori del progetto World weather attribution hanno analizzato la situazione tra la metà di giugno e la fine di agosto, soffermandosi su due elementi: le precipitazioni medie nella valle dell’Indo su sessanta giorni e il record di piogge cadute in cinque giorni nelle province del Sindh e del Belucistan. I dati indicano che la crisi climatica ha aumentato in modo significativo la probabilità di piogge eccezionali, ma sul disastro hanno inciso anche altri fattori, come la costruzione di insediamenti in aree vulnerabili e la mancanza di un sistema di controllo delle acque.

Un’analisi accurata è difficile perché la maggior parte dei modelli climatici non prevede piogge così abbondanti. È quindi possibile che siano in atto processi sconosciuti. Bisogna anche ricordare che le piogge nel bacino dell’Indo variano molto da un anno all’altro, complicando le previsioni. Secondo alcuni modelli, la crisi climatica avrebbe aumentato del 50 per cento l’intensità delle piogge su una media di cinque giorni. Con un rialzo della temperatura media globale di due gradi rispetto all’era preindustriale, l’intensità potrebbe aumentare ancora, mentre non è possibile fare previsioni su sessanta giorni. Il Pakistan è uno dei paesi più colpiti dalla crisi climatica.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it

Questo articolo è uscito sul numero 1479 di Internazionale, a pagina 110. Compra questo numero | Abbonati