L’opera prima del coreano Kim Yong-hoon è un circo a tre piste, ricco di personaggi e di trame intrecciate, che ruota intorno a una borsa piena di soldi ritrovata in un armadietto dall’inserviente di una sauna. Con quei soldi spera di sfuggire alla sua vita faticosa, ma non è l’unico a voler mettere le mani su quella piccola fortuna. Alcuni espedienti narrativi non sono così brillanti e sorprendenti come gli autori sono convinti che siano, ma le interpretazioni sono ottime e la messa in scena è intensa come i colori della fotografia.
Leslie Felperin, The Guardian

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Questo articolo è uscito sul numero 1479 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati