La protesta a Pechino sul Sitong Bridge (Twitter)

Il 13 ottobre una persona è salita su un cavalcavia di Pechino e ha appeso due striscioni. Uno diceva: “Cibo, non tamponi. Riforme, non rivoluzione culturale. Libertà, non lockdown. Elezioni, non leader. Rispetto, non bugie. Siamo cittadini, non schiavi”. E l’altro: “Sciopero degli studenti e dei lavoratori. Rimuoviamo il traditore della patria Xi Jinping”. I teli sono stati rimossi e l’autore arrestato. Ma le immagini hanno fatto il giro del web, prima di essere censurate. “La pubblicazione di una di queste foto nei gruppi di WeChat”, si legge su The Initium, “potrebbe causare la chiusura degli account”. Il 16 ottobre il presidente Xi ha aperto il ventesimo congresso del Partito comunista cinese con un discorso di quasi due ore: nessun riferimento alla disoccupazione giovanile, alla bolla immobiliare o al rallentamento economico prodotto dalle politiche zero covid. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1483 di Internazionale, a pagina 38. Compra questo numero | Abbonati