Nei primi due album Carla dal Forno ha messo a punto un’atmosfera specifica, partendo dal synth pop in bassa fedeltà e dal post punk degli anni ottanta per creare paesaggi sonori che richiamano un annebbiamento della mente e la sensazione di calma e pericolo che solo un sonnambulo può trasmettere. In Come around resta sulla stessa strada e rende il suono ancora più essenziale. Il sogno la fa da padrone: in Side by side il basso barcolla insieme ai sintetizzatori, mentre le melodie circolari e ipnotiche di Stay awake sono un lento annegare nell’inconscio. Questo però non vuol dire che non ci sia anche qualche novità. Il brano che dà il titolo all’album sembra uno di quei singoli dub dimenticati che ispirarono il post punk, ma non è mai derivativo. Certamente Come around è meno riuscito del precedente Look up sharp, perché non ha la stessa varietà sonora. Tuttavia ha il merito di cesellare alla perfezione l’universo della musicista australiana, dove le canzoni sono pezzi di un puzzle onirico.
Joe Creely, The Skinny

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Questo articolo è uscito sul numero 1486 di Internazionale, a pagina 106. Compra questo numero | Abbonati