Quando si pensa ai dischi di Walter Gieseking, inevitabilmente vengono in mente le integrali di Debussy, Ravel e Mozart, ancora fondamentali; qualche suo cavallo di battaglia con l’orchestra; e le deliziose miniature di Grieg e Mendelssohn. Uno dei meriti di questo grande cofanetto, con una rimasterizzazione eccellente, è di farci sentire l’interprete nel repertorio per cui è meno noto – Chopin,
Franck, Liszt, Scarlatti, Schubert – ma anche alle prese con autori più rari (Poulenc, Sinding), che ci ricordano come Gieseking fosse uno specialista della musica sua contemporanea. Un’altra bella possibilità è quella di mettere a confronto – nei concerti di Beethoven, Grieg, Mozart o Schumann, per esempio – le sue collaborazioni con direttori diversi tra loro come Böhm, Galliera, Karajan, Kubelík, Rosbaud e Walter. L’ascolto conferma che questo pianista non finì mai di perfezionarsi. Certo, invecchiando, il gigante dalle dita di velluto non ritrovò mai la potenza appena trattenuta, la vitalità scarmigliata di quando era giovane. Ma dall’inizio alla fine impone una scienza assoluta del pedale e della capacità di plasmare l’impasto sonoro. Un’arte allo stesso tempo raffinata e tellurica.
Gérard Belvire, Classica

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Questo articolo è uscito sul numero 1493 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati