Al suo secondo lungometraggio, la regista siriana Soudade Kaadan scrive una lettera d’amore alla speranza e all’emancipazione in un incantevole dramma domestico ambientato in una Damasco devastata dalla guerra. La quattordicenne Zeina (Hala Zein) e i suoi genitori sono tra i pochi abitanti rimasti ancora nella città assediata. Paradossalmente, tra spari, bombe e colpi di mortaio, Zeina assapora per la prima volta la libertà, ma di fronte all’intensità delle violenze e all’ostinazione del padre tradizionalista, lei e la madre dovranno compiere con coraggio e grazia una scelta estremamente difficile.
Meredith Taylor, Filmuforia

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Questo articolo è uscito sul numero 1494 di Internazionale, a pagina 80. Compra questo numero | Abbonati