L’approccio di Louis Bayard al romanzo storico sembra, a prima vista, affettato come una foto virata in color seppia. In modo simile alla finta antichizzazione delle immagini moderne, i thriller con protagonisti personaggi letterari ottocenteschi sono per lo più pretenziosi esercizi di cafonaggine, l’equivalente letterario di quelle pergamene ingiallite che si trovano nei negozi di souvenir. Ma il nuovo giallo di Bayard, intelligente e non sentimentale, sembra un classico perduto. Siamo a nord di New York negli anni trenta dell’ottocento, e il cadetto di quarta classe Edgar Allan Poe è un povero di West Point con un debole per l’alcol e le frasi in francese. Diventa la spalla di un agente di polizia di New York, Gus Landor, vedovo e in pensione, assunto dall’accademia per indagare sulla morte di un cadetto trovato impiccato. Sembra che qualcuno sia poi fuggito con il corpo e, quando è stato recuperato, il suo cuore è stato estratto dal petto. Nel corso dell’indagine, Landor e Poe scoprono lentamente i reciproci segreti. Alla fine risolvono molti più misteri di quanti ne immaginassimo, ma non prima di aver versato il sangue di un altro giovane. Bayard rinvigorisce la narrativa storica, raccontando l’ottocento come se ne fosse un testimone in prima persona. Ci sono la magia nera, la frenologia, una profusione di fantasmi, perfino una gita in barca attraverso la nebbia illuminata da torce. Ma niente di tutto ciò sembra ammuffito.
Ada Calhoun, The New York Times

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Questo articolo è uscito sul numero 1495 di Internazionale, a pagina 78. Compra questo numero | Abbonati