◆ A nord dell’isola giapponese di Iwo Jima, un centinaio di metri sotto la superficie del mare, c’è il complesso vulcanico Kaitoku, caratterizzato da tre picchi, ognuno con un cratere. Solo il più orientale è attivo. Nell’agosto scorso le immagini satellitari hanno documentato il suo risveglio, confermato dalla guardia costiera giapponese.

L’attività vulcanica è continuata per mesi, fino all’inizio del 2023. Quest’immagine, scattata dal satellite Landsat 8 della Nasa il 2 gennaio, mostra uno sfiato sottomarino, con pennacchi e vortici d’acqua. In base alle analisi condotte in passato sulle emissioni vulcaniche nella zona, lo sfiato non conterrebbe magma ma acqua marina acida surriscaldata con particolato, frammenti di roccia vulcanica e zolfo. L’ultima vera eruzione del Kaitoku risale al marzo 1984, mentre la prima documentata storicamente è del 1543.

Il Kaitoku è solo uno dei tanti vulcani sottomarini della Terra. Secondo alcune stime, gli oceani ospitano venticinque milioni di montagne sottomarine create dall’attività vulcanica, ma la maggior parte è inattiva. I geologi stimano che fino all’80 per cento dell’attività vulcanica del pianeta avvenga negli oceani.

La più grande eruzione sottomarina degli ultimi anni è quella del vulcano Hunga Tonga-Hunga Ha’apai, al largo di Tonga, avvenuta il 15 gennaio 2022.–Adam Voiland (Nasa)

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Questo articolo è uscito sul numero 1503 di Internazionale, a pagina 107. Compra questo numero | Abbonati