Il 27 marzo Jack Ma ha visitato una scuola nella sua città natale, Hangzhou. Il fondatore di Alibaba, il più grande gruppo di commercio online cinese, un tempo simbolo del capitalismo nazionale, non si faceva vedere dalla fine del 2020, quando aveva criticato pubblicamente l’organo di controllo del mercato finanziario e il sistema bancario cinesi. Le sue parole avevano segnato l’inizio di un giro di vite nelle più grandi aziende tecnologiche del paese, e avevano impedito all’Ant, una società a lui intestata, di quotarsi in borsa. Dopo la sua apparizione pubblica nella Cina continentale, interpretata come il segnale di una rinnovata fiducia della politica verso le aziende private, Alibaba ha annunciato che sarà smembrata in sei diverse controllate, cinque delle quali verranno quotate in borsa. È la riorganizzazione più grande che l’azienda compie dalla sua fondazione 24 anni fa. Nikkei Asia

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it

Questo articolo è uscito sul numero 1505 di Internazionale, a pagina 36. Compra questo numero | Abbonati