◆ Per secoli i mercanti hanno fatto tappa nei villaggi del bacino di Ouarzazate, in Marocco, durante i loro viaggi tra il Nordafrica e l’Europa. Negli ultimi decenni la regione, stretta tra le catene montuose dell’Alto Atlante e dell’Anti
Atlante, è diventata invece un set per produzioni cinematografiche. Più di recente il governo ha deciso di sfruttare il clima secco e soleggiato della zona per costruire una grande centrale solare termodinamica. Le immagini in alto, scattate dal satellite Landsat 8 della Nasa nel dicembre 2015 e nel dicembre 2022, mostrano l’infrastruttura con il cantiere in corso e a lavori completati.

La centrale solare di Ouarzazate, situata dieci chilometri a nord dell’omonima cittadina, ha una capacità di 582 megawatt e fornisce elettricità a quasi due milioni di marocchini. Secondo Rabat, previene inoltre l’emissione di circa un milione di tonnellate di gas serra all’anno. L’impianto ha quattro sezioni (segnalate nella foto in basso). La prima,
Noor I, composta da migliaia di specchi parabolici, è stata completata nel 2015. Noor II, simile alla prima ma con un minor consumo idrico, è stata ultimata all’inizio del 2018, come Noor III, che ha una forma circolare ed è fatta di 7.400 eliostati (dispositivi che seguono il percorso del Sole). Noor IV, completata alla fine del 2018, usa invece dei pannelli fotovoltaici.

A sudest della centrale c’è la riserva della diga Al Mansour ad Dhabi. Nella foto recente il livello dell’acqua è più basso a causa della siccità che ha colpito la regione e ha reso anche difficile la ripartizione delle risorse idriche tra la centrale, gli agricoltori e gli abitanti di Ouarzazate e altre località.–Adam Voiland (Nasa)

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Questo articolo è uscito sul numero 1506 di Internazionale, a pagina 107. Compra questo numero | Abbonati