Gli Wednesday vengono da Asheville, nel North Carolina, e negli ultimi anni sono diventati una band importante del panorama indie grazie a una riuscitissima fusione di generi: southern rock country, blues, shoegaze, noise rock e power pop. Sono influenze evidenti in Rat saw god, ma non sono la cosa più importante dell’album. La sua forza è nella disarmante e dolorosa sincerità della cantante Karly Hartzman. Con il suo microscopio Hartzman osserva la degenerazione della famiglia tradizionale, ma non è esageratamente critica: scrive le sue storie per i ragazzi che la ascoltano e sognano solo di scappare da quello che gli sembra un inferno. È vero, la vita di provincia non è per tutti: qualcuno vuole solo andarsene ma non ci riesce mai, altri sacrificano tutto – amici, famiglia, sicurezza – solo per non sentirsi sempre fermi. Poi ci sono gli altri, che rimangono anche loro, che gli piaccia o no. L’album è dedicato a tutte queste persone e i ricordi di Hartzman sulla sua “vita di tutti i giorni” sono pieni di affetto. Rat saw god è tanto tragedia quanto commedia. Le immagini suscitano risate imbarazzate ma anche solidarietà. Non importa di cosa parlino le canzoni, sono tutte vive come poche altre. Che raccontino di sesso in un suv o di un ragazzo ebreo che mette incinta la figlia del rabbino, le loro riflessioni su come sopravvivere alla provincia non vi lasceranno più.
Tim Sentz, Beats Per Minute

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Questo articolo è uscito sul numero 1507 di Internazionale, a pagina 84. Compra questo numero | Abbonati