In Australia non esistono scuole private, scrive Overland, perché lo stato copre quasi completamente (il 95 per cento nel 2011) i costi degli insegnanti di tutti gli istituti del paese, inclusi quelli privati. Questo significa che il denaro raccolto dagli istituti privati attraverso rette molto alte e donazioni è investito per attirare soprattutto studenti benestanti. Nell’ultimo decennio le rette delle scuole private sono aumentate del 50 per cento e i fondi pubblici destinati a questi istituti, con il pretesto di renderli più accessibili agli studenti svantaggiati, sono cresciuti cinque volte di più di quelli per le scuole pubbliche. Tutto questo ha causato un esodo di studenti ricchi verso le scuole private e selettive (scuole superiori pubbliche con ingresso riservato in base al merito scolastico), creando un sistema d’istruzione segregato, in cui i poveri, i nativi e i disabili – definiti “residuali” – sono ghettizzati in scuole poco finanziate. “Ogni studente ricco che se ne va è un colpo per una scuola pubblica: recuperare l’alfabetizzazione di bambini svantaggiati in una classe di ragazzi della media borghesia è più facile che farlo in un ambiente di soli ‘residuali’”, spiega Overland. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1507 di Internazionale, a pagina 30. Compra questo numero | Abbonati