Il rapper Travis Scott ha in programma di presentare il suo atteso nuovo album, Utopia, il 28 luglio alla piramide di Cheope, in Egitto, ma ha trovato sulla sua strada un ostacolo: il sindacato dei musicisti egiziani. Secondo l’agenzia di stampa Afp l’organizzazione ha revocato il permesso per l’evento perché “contraddice l’identità della cultura egiziana”. Non è chiaro, tuttavia, se il sindacato abbia davvero il potere di cancellare lo spettacolo di Scott. Il promoter, la Live Nation, ha dichiarato: “Non ci sono state modifiche allo spettacolo di Travis Scott. Ogni notizia che sostiene il contrario è falsa. Non vediamo l’ora di celebrare Utopia con voi in Egitto”. Secondo la versione inglese del quotidiano governativo Al Ahram, il sindacato ha detto di essere “impegnato a preservare la sicurezza e la stabilità della nostra amata patria e rifiuta qualsiasi azione che vada contro i suoi valori”, e ha aggiunto che i concerti di Scott includono “strani rituali”. Il giornale spiega che l’opposizione dell’organizzazione egiziana è dovuta anche a un incidente avvenuto nel 2021 durante un concerto del rapper al festival Astroworld, che aveva causato dieci morti, tra cui un bambino di dieci anni, e migliaia di feriti. Il sindacato ha già vietato ai Mashrou’ Leila, una band libanese, di esibirsi in Egitto dopo che una bandiera arcobaleno era stata esposta durante un loro concerto al Cairo nel 2017.
Matthew Strauss,
Pitchfork

Travis Scott (Simone Joyner, Getty)

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Questo articolo è uscito sul numero 1521 di Internazionale, a pagina 80. Compra questo numero | Abbonati