Il programma di Igor Levit comincia con la trascrizione di Aleksandr Siloti dell’Aria dalla suite per orchestra n. 3 di Bach, un momento di quiete presto dissipata da un’esecuzione sorprendentemente aspra della Fantasia cromatica e fuga. Lo stesso rigore intellettuale è alla base della sua sonata in si minore di Liszt: c’è qualcosa di terrificante nei fortissimo dei suoi accordi. Con la trascrizione lisztiana di Doppelgänger di Schubert l’intensità non diminuisce, come nel frammento brahmsiano del Klavierstück in si minore e nella sonata op. 1 di Berg. Debitrice di Bach e Liszt, la Fantasia contrappuntistica di Busoni può essere un’opera impenetrabile. L’approccio di Levit è lucido e poco sentimentale, mentre l’autore spinge le possibilità della fuga in un territorio inesplorato. È un risultato straordinario. Solo alla fine la Nuit de Noël ci concede qualche minuto di tregua.
Rebecca Franks, Bbc Music Magazine

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Questo articolo è uscito sul numero 1536 di Internazionale, a pagina 94. Compra questo numero | Abbonati