La disinformazione sanitaria ha subìto una forte accelerazione durante la pandemia di covid-19: l’ansia e il clima di emergenza hanno favorito la diffusione sui social network di notizie false riguardanti il virus e i trattamenti medici. Oggi le agenzie sanitarie continuano a essere sopraffatte dalla circolazione, intenzionale o meno, di informazioni false o fuorvianti. Secondo The Lancet le aziende tecnologiche sembrano sottovalutare questa grave minaccia per la salute pubblica, come dimostra la decisione di Meta di eliminare il fact-checking su Facebook e Instagram, come hanno fatto anche Google e X. Anche se imperfetto, il fact-checking rappresentava un argine alla diffusione di informazioni false. Secondo l’editoriale della rivista “combattere la disinformazione richiede un approccio sistematico, simile a quello per contenere la diffusione di agenti infettivi: individuare e contenere la fonte, identificare i gruppi più vulnerabili e ‘immunizzare’ la popolazione fornendo informazioni affidabili”. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1598 di Internazionale, a pagina 98. Compra questo numero | Abbonati