Il 4 marzo sono entrati in vigore i dazi del 25 per cento decisi dal presidente statunitense Donald Trump sulle merci provenienti da Canada e Messico, e sono aumentati del 10 per cento quelli già in vigore sui prodotti che arrivano dalla Cina. “I tre paesi sono i principali partner commerciali degli Stati Uniti, e gli economisti prevedono che i dazi facciano aumentare i prezzi per i consumatori americani”, scrive Politico. Il Canada ha risposto imponendo dazi del 25 per cento sulle merci provenienti dagli Stati Uniti: con effetto immediato su prodotti per un valore complessivo di 21 miliardi di dollari all’anno, mentre su altri 107 miliardi di dollari di prodotti entreranno in vigore il 25 marzo. La Cina ha deciso di imporre dazi del 10 o del 15 per cento su una serie di prodotti agricoli e alimentari provenienti dagli Stati Uniti (tra gli altri pollo, maiale, grano, mais, soia, frutta e verdura e cotone). Trump ha detto che queste tariffe resteranno in vigore finché la “bilancia commerciale” di Washington (il rapporto fra importazioni ed esportazioni) non tornerà in pareggio. Un obiettivo impossibile secondo gli economisti, considerando che gli alti consumi degli statunitensi rendono necessarie le esportazioni da quei paesi.
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Questo articolo è uscito sul numero 1604 di Internazionale, a pagina 30. Compra questo numero | Abbonati