◆ Questa foto, scattata da un astronauta a bordo della Stazione spaziale internazionale, mostra lo Ngangla Ringco (Ang Laren in cinese), uno dei tanti laghi salati dell’altopiano del Tibet, nel sudovest della Cina. Lo specchio d’acqua si estende per circa cinquecento chilometri quadrati. Situato a una quota di 4.700 metri sul livello del mare è uno dei laghi salati più alti del mondo.

Le sue acque appaiono di due colori diversi, con una sfumatura più chiara e lattiginosa nella parte superiore sinistra dell’immagine e una più scura in quella centrale. La differenza è dovuta alla quantità di sedimenti disciolti nell’acqua e alla profondità. Nella foto sono visibili anche quattro delle isole presenti nel lago, la più grande delle quali è lunga circa dieci chilometri.

L’altopiano del Tibet è punteggiato da molti laghi, alimentati dalla fusione dei ghiacciai e delle nevi dell’Himalaya. L’acqua può provenire anche dalle precipitazioni e dallo scioglimento del permafrost. Molti dei bacini della regione, tra cui lo Ngangla Ring­co, non hanno emissari. Il principale meccanismo di smaltimento dell’acqua è quindi l’evaporazione, che provoca l’aumento della concentrazione di sali disciolti.

Un recente studio dell’Accademia cinese delle scienze ha individuato quasi cinquecento laghi salati nella regione, con una superficie complessiva di seimila chilometri quadrati. –Nasa

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Questo articolo è uscito sul numero 1605 di Internazionale, a pagina 107. Compra questo numero | Abbonati