Ecco un bellissimo album dedicato a György Kurtág, un artista di 99 anni che è ancora nel pieno della sua giovinezza creativa. Dal 1973 il compositore ungherese continua ad aggiungere piccoli elementi al suo ciclo Játékok (giochi) e non si è ancora fermato. Vengono in mente precedenti illustri di lavori simili, dalla serie Mikrokosmos di Bartók al meno noto Manifestations di Gérard Grisey, per orchestra giovanile. Questo album è anche un inno all’amicizia: non solo quella del compositore con i molti dedicatari di queste miniature (tra cui György Ligeti), ma anche quella dell’esecutore, Pierre-Laurent Aimard, con l’autore. È delizioso ascoltare il pianista, esperto nelle complessità di Ravel, Messiaen e Boulez divertirsi con questa miriade di pezzetti per tastiera. Molti degli Játékok citano altri colleghi con curiosità imitativa (da Christian Wolff a Zoltán Jeney), altri guardano indietro con divertimento (Debussy) e la maggior parte nasce dall’amore (per la moglie Márta o per gli amici personali). E Aimard li suona come se fosse innamorato di un’invenzione che non è considerata importante, ma solo gioiosa. È un mosaico fatto di piccole tessere che riassume un capitolo essenziale del pianoforte nella seconda metà del ventesimo secolo.
Ismael G. Cabral, Scherzo

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Questo articolo è uscito sul numero 1613 di Internazionale, a pagina 92. Compra questo numero | Abbonati