Negli anni sessanta Roland nasce con un piede torto. I medici sono categorici: il bambino non camminerà mai. Ma sua madre è convinta del contrario: sfida il destino affidandosi a dio e a un aggiustaossa i cui metodi radicali sono ammorbiditi dall’ascolto attento dei successi di Sylvie Vartan. Fantasia e gravità s’intrecciano in questa commedia ispirata all’autobiografia dell’avvocato e conduttore radiofonico Roland Perez. In un film mediamente sobrio, più toccante che divertente, il pizzico di follia è garantito da Sylvie Vartan che interpreta se stessa e, soprattutto, da Leïla Bekhti che, con grande verve, si trasforma in una madre ebrea sefardita da antologia.
Samuel Douhaire, Télérama

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Questo articolo è uscito sul numero 1643 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati