Con il suo riuscito debutto nel lungometraggio, Bogdan Mureşanu racconta un momento cruciale della storia romena – la caduta del regime di Nicolae Ceaușescu – attraverso gli occhi e le storie intrecciate di sei persone comuni. È un’opera solida e divertente che si sviluppa verso una conclusione di una potenza bruciante. Il film nasce dal cortometraggio di Mureșanu del 2018, The Christmas gift, in cui un padre scopre che nella lettera a Babbo Natale il figlio chiede “la morte dello zio Nic” (un soprannome poco affettuoso per Ceaușescu) per far felice proprio suo padre. Questa storia è uno dei filoni narrativi di L’anno nuovo che non arriva. L’inizio può sembrare un po’ lento, ma il film prende gradualmente slancio. E una trascinante sequenza finale di venti minuti fonde filmati d’archivio e azione riuscendo a catturare l’impatto esaltante della storia in divenire.
Wendy Ide, Screen International
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Questo articolo è uscito sul numero 1643 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati