Yvonne (Chévalier), figlia di un immigrato vietnamita, ha sempre sognato una carriera nel musical. Segue il suo sogno con una piccola compagnia teatrale e si guadagna da vivere vendendo una varietà poco invitante di involtini primavera, un lavoro ingrato per il quale, una volta tanto, le sue origini non rappresentano un ostacolo. Poi arriva l’opportunità della vita. Ma per coglierla, avrà bisogno di un vero atto di fede. Il film d’esordio dell’attore e scrittore Stéphane Ly-Cuong è una deliziosa fantasia sul determinismo etnico. Attraverso il ritratto di una donna e del suo senso di colpa per aver “tradito” l’eredità culinaria della madre, il regista, con una deliziosa esplosione di umorismo queer, affronta la segregazione delle comunità razzializzate.
Xavier Leherpeur, Le Nouvel Obs
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Questo articolo è uscito sul numero 1643 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati