Minacce militari, intimidazioni verbali, ingerenze elettorali: Donald Trump mostra verso il continente americano una durezza senza precedenti per un presidente degli Stati Uniti. Le elezioni generali organizzate in Honduras il 30 novembre sono state l’occasione per l’ennesimo ricatto. Trump non solo ha invitato la popolazione a votare per il candidato di destra, Nasry Asfura, ma ha lasciato intendere che sospenderà gli aiuti statunitensi in caso di una sua sconfitta.
Già per le elezioni legislative in Argentina, a ottobre, aveva condizionato la consegna di 20 miliardi di dollari di aiuti alla vittoria del partito del presidente ultraliberista Javier Milei. Insulta di continuo il presidente colombiano Gustavo Petro, di sinistra, e aumenta la pressione sul Venezuela: il 29 novembre ha comunicato che lo spazio aereo venezuelano era “interamente chiuso”.
A questa decisione illegale si aggiunge l’invio nel mar dei Caraibi della flotta militare più numerosa dopo la crisi dei missili a Cuba, nel 1962. Intanto l’esercito statunitense moltiplica le esecuzioni extragiudiziali, bombardando imbarcazioni accusate di essere usate dai cartelli della droga. Sicuramente l’obiettivo di Trump è forzare un cambio di regime a Caracas. Il presidente venezuelano Nicolás Maduro ha trascinato il paese nella miseria e si aggrappa al potere nonostante abbia perso le elezioni del 2024. Ma l’avventurismo di Washington rischia di far precipitare il paese sudamericano in una crisi peggiore.
Trump non solo ripropone in America Latina la violenza e le minacce che usa contro i suoi avversari politici interni, ma riproduce anche le incoerenze che rendono imprevedibile la sua politica, soprattutto considerando che la visione strategica della sua amministrazione non è stata illustrata e discussa in pubblico, a differenza di quello che avviene di solito.
Come conciliare l’impegno a combattere il narcotraffico, considerato il pericolo principale per gli Stati Uniti, con la decisione di concedere la grazia all’ex presidente di destra dell’Honduras Juan Orlando Hernández, condannato nel 2024 negli Stati Uniti a 45 anni di carcere per traffico di droga? È la stessa contraddizione che permette a Trump di presentarsi come difensore delle criptovalute (a beneficio della propria famiglia) anche se sono uno strumento finanziario fondamentale per la criminalità organizzata. ◆ as
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Questo articolo è uscito sul numero 1643 di Internazionale, a pagina 19. Compra questo numero | Abbonati