Dopo la morte di mia madre, mio figlio di tre anni mi ha fatto domande sulla morte a cui non ero preparata e, anche se non sono cristiana, ho risposto che la nonna è andata in cielo. Come si parla della morte a un bambino così piccolo? –Maria Luisa

La tua reazione è comprensibile e probabilmente al tuo posto avrei fatto lo stesso. Stai attraversando un lutto profondo e l’idea che il tuo bambino possa provare anche solo una piccola porzione del tuo dolore peggiora ulteriormente le cose. In generale parlare della morte con i bambini ci mette a disagio perché è un argomento a cui non ci piace pensare. Eppure va fatto, e anche nel modo più onesto possibile. Dire a un bambino che la nonna è andata altrove, dove è felice senza di lui, non per forza lo consola.

La perdita è la stessa, la mancanza anche. Ma in più ci potrebbe essere perfino un senso di abbandono. Non credo esista una formula valida per tutti, ma gli esperti consigliano di parlare con i bambini della morte senza scorciatoie, rispondendo alle loro domande in modo chiaro e semplice: “Quando torna zia?”. “Purtroppo zia è morta, e quando qualcuno muore non possiamo vederlo più”.

Può sembrare un approccio duro, ma spesso lo è più per noi che per i bambini. Loro sono più resilienti, che non significa che provino meno dolore, ma che riescono a elaborare la verità meglio degli adulti. Ovviamente è più facile parlarne in modo astratto e non quando c’è un lutto in famiglia, ma ci sarà sicuramente occasione di riprendere il discorso con tuo figlio nei prossimi mesi e affrontarlo in modo un po’ più sereno.

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Questo articolo è uscito sul numero 1516 di Internazionale, a pagina 16. Compra questo numero | Abbonati