Un libro di racconti a fumetti su crimini seriali dalle esplicite venature gotiche e horror per meglio parlare del femminicidio e della condizione delle donne, attraversando secoli e aree geografiche distanti tra loro. Seriali proprio perché ripetuti nel tempo, spesso nell’impunità e come se fossero espressione di una legge inesorabile. Ispirandosi alle cosiddette murder ballads nella loro forma moderna, la coppia riesce a stregare il lettore con una sorta di poesia leggiadra non priva di una forma di sottile ironia, che nulla toglie alla drammaticità o gravità degli avvenimenti. Le ballads, eredi delle antiche ballate e ispirate a fatti di cronaca, sono rivisitate con registri diversi. Nella prima parte, quasi tutta a colori acquarellati, i racconti ambientati nel passato hanno un sapore gotico e con echi delle favole (Hänsel e Gretel dei Grimm). La seconda è in gran parte in bianco e nero, basata sul segno e più vicina nel tempo. E qui la rilettura del fenomeno del brigantaggio ci fa scoprire, per esempio, che la condizione delle briganti era pessima. Se il disegnatore Daniele Serra deve far dimenticare le influenze del fumetto statunitense (Frank Miller, Kent Williams) lavorando a una loro maggiore fusione, crea però immagini ispirate, spesso impressionanti per forza espressiva. Un viaggio unico nella (pre)destinazione dove caso e determinismo sociale si confondono.

Francesco Boille

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Questo articolo è uscito sul numero 1433 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati