Nei primi anni sessanta Hugo Pratt realizzò alcune opere su commissione per il Corriere dei Piccoli. Non dei veri e propri fumetti, ma degli adattamenti letterari molto illustrati di racconti del mito. Tra cui Ulisse, su testi di Franca Ongaro Basaglia. Fabrizio Paladini e Marco Steiner riscrivono i testi e, sintetizzando al massimo, paradossalmente amplificano la profondità. Pratt e Basaglia avevano alternato il racconto di Ulisse con quello del figlio Telemaco. Qui le due temporalità sono riavvicinate, evidenziando ulteriormente, come sottolinea lo studioso Emiliano Ventura nella prefazione, le nozioni di “me” e di “sé”, della dualità o del doppio, della nostalgia come desiderio. E del tempo. Si esplicita così quanto affermava Jean-Pierre Vernant, il grande studioso del mito e della cultura greca: “Ulisse è il contrario di Achille. Achille è l’uomo della vita breve e della morte gloriosa; Ulisse è l’uomo da ritorno a casa, della lunga vita con la compagna, della fedeltà a se stesso, a Itaca, a Penelope e alla sua vita”. Ulisse vuole insomma impedire a tutti i costi che Telemaco diventi Achille, quantomeno prima del tempo. I disegni di Pratt, straordinari, già inseguono quel disegno scrittura che si confonde con il protofumetto, come le narrazioni dipinte sui vasi greci. Trasfigurati dai colori di Patrizia Zanotti, onirici, poetici e ben più intensi della prima versione. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1519 di Internazionale, a pagina 87. Compra questo numero | Abbonati