Israele va verso la sua quinta tornata elettorale in tre anni e mezzo, dopo che il 20 giugno il premier Naftali Bennett e il ministro degli esteri Yair Lapid hanno rinunciato al tentativo di stabilizzare la coalizione. In una dichiarazione congiunta i due hanno affermato che il 27 giugno presenteranno una mozione per sciogliere la knesset, il parlamento israeliano. La data delle prossime elezioni dovrebbe essere il 25 ottobre.

Fonti interne sostengono che l’obiettivo di Bennett e Lapid sarebbe andare al voto alle loro condizioni, e non perché costretti dal leader dell’opposizione Benjamin Netanyahu. Secondo l’accordo di coalizione, Lapid diventerà primo ministro ad interim fino all’insediamento del nuovo governo. Sarà quindi lui ad accogliere il presidente degli Stati Uniti Joe Biden quando arriverà in Israele a luglio.

Il 17 giugno Bennett ha parlato con Gali Baharav-Miara. La procuratrice generale gli ha spiegato che il disegno di legge per prolungare l’applicazione del diritto israeliano ai coloni ebrei che vivono in Cisgiordania, la cui mancata approvazione in parlamento il 6 giugno ha dato il colpo di grazia alla coalizione, non poteva essere aggirato o esteso oltre la scadenza del 30 giugno. Non avendo modo di approvare la legge, Bennett e Lapid hanno deciso di sciogliere il parlamento, cosa che estende automaticamente le norme in tema di sicurezza in Cisgiordania fino a tre mesi dopo la formazione di un nuovo governo.

Irresponsabili

Il ministro della giustizia Gideon Saar ha dato la colpa della caduta del governo al “comportamento irresponsabile di esponenti della coalizione”, riferendosi ai numerosi ribelli. Saar ha inoltre affermato che l’obiettivo delle prossime elezioni sarà impedire a Netanyahu di tornare al potere e di “ipotecare il paese per il suo interesse personale”. C’è la possibilità che Netanyahu riesca a formare un governo alternativo all’interno dell’attuale parlamento, se alcuni esponenti della coalizione decidessero di unirsi al suo blocco di destra.

La coalizione di governo vacillava dal 13 giugno, quando è stata abbandonata da Nir Orbach, deputato dell’alleanza di destra Yamina, perché non era stata approvata la legge che dal 1967 consente ai coloni di beneficiare degli stessi diritti dei residenti in Israele. ◆ fdl

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Questo articolo è uscito sul numero 1466 di Internazionale, a pagina 32. Compra questo numero | Abbonati