Il 13 gennaio il New York magazine ha pubblicato un articolo in cui veniva ricostruita l’ambiguità con cui l’autore britannico Neil Gaiman dichiara di essere femminista e cordiale nella vita pubblica, ma ricerca pratiche sessuali estreme nella vita privata, aggirando spesso in maniera subdola il concetto di consenso. Gaiman è uno dei più famosi fumettisti viventi e ha trasformato le sue celebri opere, come The sandman, Coraline e American gods in un’industria milionaria tra adattamenti per cinema e serie tv. Ora, in seguito all’articolo, la sua casa editrice, la Dark Horse Comics, ha annunciato che non pubblicherà più i suoi libri. Le prime testimonianze sulla vita che Gaiman teneva nascosta a colpi di risarcimenti e accordi di segretezza erano state raccolte qualche mese fa dal podcast Master, partendo dal racconto di Scarlett Pavlovich, assunta da Gaiman come baby sitter e poi rimasta intrappolata in una relazione piena di momenti violenti. Sei puntate che si muovono nella zona grigia che sta tra il reato, che in questo caso le autorità non hanno rilevato, e l’opportunità. Emerge il ritratto di un artista che, come altri del suo tempo, per interesse economico si presenta anche come esempio virtuoso, fin dai giorni in cui era un bambino modello della chiesa di Scientology. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1599 di Internazionale, a pagina 84. Compra questo numero | Abbonati