Il presidente statunitense Joe Biden ha molto di cui vantarsi. Durante il suo mandato il tasso di disoccupazione è sceso al livello più basso degli ultimi cinquant’anni, è stata approvata una legge per rinnovare le infrastrutture e un provvedimento senza precedenti per sostenere l’energia pulita. Biden ha saputo creare una coalizione compatta tra i paesi occidentali a sostegno dell’Ucraina e ha messo fine al lungo e inutile impegno americano in Afghanistan, anche se il ritiro è stato vergognoso. Inoltre la sua amministrazione ha introdotto un tetto sul prezzo dell’insulina per gli anziani e ha riconosciuto a livello federale i matrimoni gay.

Per ora il Partito democratico è spaccato rispetto all’opportunità di ricandidare Biden, che ha ottant’anni, alle presidenziali del 2024. I funzionari del partito sono per lo più favorevoli (almeno pubblicamente), ma la maggioranza degli elettori è contraria. “Pensano che Biden abbia fatto un buon lavoro ma che ormai sia troppo anziano”, spiega Sarah Longwell, consulente politica repubblicana che organizza regolarmente dei focus group con elettori democratici. “Alla fine di un eventuale secondo mandato il presidente sarebbe più vicino ai novant’anni che agli ottanta”, aggiunge Longwell. Un sondaggio condotto dal Washington Post e da Abc News indica che il 78 per cento dei democratici e degli indipendenti vicini ai democratici approva l’operato di Biden, ma il 58 per cento vorrebbe un candidato diverso.

Oltre al bilancio di governo positivo, nel 2024 Biden potrebbe anche sfruttare il vantaggio di essere il presidente in carica. Le primarie sono costose, sfiancanti e spesso dannose. Nonostante questo, è difficile ignorare il peso dell’età di Biden. In un certo senso più lo si apprezza, più è doloroso vederlo incespicare sulle parole, una tendenza che non può essere interamente giustificata dalla sua balbuzie. Longwell sostiene che gli elettori democratici del suo focus group hanno detto di sentirsi in ansia ogni volta che il presidente prende la parola. Se nel 2020 Biden ha potuto fare una campagna elettorale virtuale, nel 2024 ci sarà una battaglia estenuante nel mondo reale, che il presidente dovrà combattere mentre cerca di guidare il paese. Una fatica enorme per una persona di sessant’anni, quasi impossibile per un ottantenne.

Se lo sfidante di Biden sarà Trump, che l’anno prossimo compirà 78 anni, tutto questo non avrà importanza. La campagna elettorale fornirebbe agli statunitensi un’infinità di occasioni per ricordarsi di quanto l’ex presidente sia inadeguato. Ma secondo i sondaggi la popolarità di Trump è in calo, e alcuni dei principali finanziatori del Partito repubblicano, come i fratelli Koch, potrebbero schierarsi contro di lui. Ci sono quindi ottime probabilità che l’avversario di Biden sia un candidato più giovane come il governatore della Florida Ron DeSantis, che nel 2024 avrà 46 anni. A meno di un cambiamento radicale nell’umore dell’opinione pubblica, i candidati si contenderanno la guida di un paese profondamente insoddisfatto e affamato di cambiamento. Per i democratici già solo l’aspetto “estetico” di questa battaglia potrebbe essere devastante.

Molti temono che, se Biden si facesse da parte, la candidata sarebbe la vicepresidente Kamala Harris, che va molto male nei sondaggi. Ma bisogna considerare che nel partito ci sono molte alternative. E c’è chi ha dimostrato di saper vincere in stati che potrebbero risultare decisivi nel 2024, come la governatrice del Michigan Gretchen Whitmer e il senatore della Georgia Raphael Warnock. Biden ha dichiarato di voler essere un ponte verso la prossima generazione di democratici. Oggi ci sono alcuni candidati promettenti che potrebbero riuscire ad attraversare questo ponte, e le primarie darebbero al partito la possibilità di trovare il più adatto al contesto attuale. ◆ as

Michelle Goldberg è una giornalista statunitense. Dal 2017 scrive commenti di politica e società per il New York Times.

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Questo articolo è uscito sul numero 1500 di Internazionale, a pagina 36. Compra questo numero | Abbonati