Scienza

L’anno dell’ecstasy

Nel 2023 gli Stati Uniti potrebbero autorizzare l’uso dell’ecstasy (Mdma) per la cura del disturbo da stress post-traumatico (ptsd). I risultati della sperimentazione clinica sono molto promettenti, dice Rick Doblin, fondatore dell’organizzazione non profit Multidisciplinary association for psychedelic studies. Nel gruppo di pazienti sottoposti a psicoterapia a cui era somministrato anche lo stupefacente la probabilità di riprendersi raddoppiava rispetto al gruppo di controllo che riceveva il placebo. L’Australia ha già approvato l’uso dell’ecstasy, oltre a quello della psilocibina, per scopi terapeutici. Se lo facesse anche l’Fda, l’agenzia del farmaco statunitense, sarebbe una vera svolta per le sostanze psichedeliche, finora poco studiate nei loro effetti terapeutici. Bisognerebbe però mettere a punto dei protocolli dettagliati per la somministrazione, scrive Nature, in modo da evitare il più possibile i rischi.

Una mappa più aggiornata

Alcuni ricercatori hanno aggiornato la mappa delle aree del cervello che controllano i movimenti, ottenendo dati più precisi grazie alla tecnica della risonanza magnetica funzionale. Si usava ancora la mappa della corteccia motoria primaria sviluppata a partire dal 1937 dal neurologo statunitense Wilder Penfield, che era stata ottenuta stimolando elettricamente punti diversi e osservando le risposte. Le aree che controllano i movimenti di alcune parti del corpo, tra cui mani e bocca, erano risultate molto più estese di quelle responsabili del resto del corpo. I risultati erano stati tradotti nella figura dell’homunculus motorio, con la faccia e le mani molto grandi. Nella nuova mappa le aree che controllano gli arti inferiori, superiori (comprese le mani) e la testa (compresa la bocca) sono intervallate da zone da cui dipendono i movimenti complessi. Queste zone intermedie, appena scoperte, interagiscono con altre parti del cervello, legate ad altre funzioni, come la regolazione della pressione e la percezione del dolore. Lo studio potrebbe favorire lo sviluppo di nuove terapie per i disturbi della corteccia motoria primaria, causati da ictus o lesioni. ◆

Perché i capelli diventano grigi

Analizzando le cellule staminali dei melanociti responsabili del colore del pelo nei topi, un gruppo di ricercatori potrebbe aver capito perché i capelli diventano grigi. Queste staminali, presenti anche negli esseri umani, passano da un compartimento all’altro dei follicoli piliferi, che regolano la loro maturazione. Ma con il tempo, scrive Nature, tendono ad accumularsi nel bulbo, che ne blocca il movimento e la differenziazione in melanociti. A quel punto i peli crescono senza pigmentazione. Se il meccanismo fosse confermato negli esseri umani, si potrebbe cercare d’invertire il processo.

All’interno di Marte

Nasa/Jpl-Caltech

I dati sismici raccolti dalla sonda InSight su Marte hanno permesso di descrivere la parte interna del pianeta. La sonda, operativa tra il novembre del 2018 e il dicembre del 2022, ha misurato per la prima volta le onde sismiche che attraversano la parte centrale liquida di Marte. È emerso che il nucleo, scrive Pnas, contiene soprattutto ferro ma anche zolfo e in misura minore ossigeno, carbonio e idrogeno. Il risultato potrebbe essere utile anche per capire meglio la formazione del pianeta. Nella foto: uno scatto della sonda InSight

Rischio di diabete

Uno studio pubblicato su Jama Network Open conferma che il covid-19 è associato a un aumento del rischio di diabete. Secondo i ricercatori, il rischio è maggiore per gli uomini e per chi sviluppa forme gravi della malattia. Le stime dicono che il 3-5 per cento dei nuovi casi di diabete può essere attribuito al covid-19. Bisognerebbe quindi monitorare nel lungo periodo le condizioni di salute di chi ha contratto l’infezione da sars-cov-2.

Foto Georgia Tech

Animali Battere le ciglia è un comportamento tipico degli animali terrestri. Serve a umidificare, pulire e proteggere gli occhi. Un pesce anfibio conosciuto come saltafango (nella foto), della sottofamiglia Oxudercinae, ha però sviluppato un movimento simile. Non avendo le strutture anatomiche specifiche, il pesce ottiene l’effetto abbassando l’occhio grazie ai muscoli oculari. L’evoluzione del saltafango, scrive Pnas, sembra indicare che battere le ciglia è un adattamento indispensabile alla vita sulla terraferma.

Salute Secondo uno studio pubblicato su PeerJ, le donne potrebbero avere un intestino più lungo degli uomini. La differenza sarebbe di circa trenta centimetri e riguarderebbe l’intestino tenue. È possibile che la maggiore lunghezza favorisca l’assorbimento dei nutrienti, utile per la gravidanza e l’allattamento.

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1509 - 28 aprile 2023
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