Il 7 maggio in Cile il Partito repubblicano, di estrema destra, ha ottenuto una clamorosa vittoria alle urne. I cileni erano stati chiamati a scegliere i cinquanta consiglieri che dovranno scrivere una nuova costituzione, dopo che lo scorso settembre il 62 per cento degli elettori aveva bocciato il testo proposto dall’assemblea costituente e frutto di più di un anno di lavoro. In realtà il partito guidato da José Antonio Kast, sconfitto alle ultime elezioni dal presidente Gabriel Boric (sinistra), ha sempre difeso la costituzione in vigore, scritta nel 1980 durante la dittatura di Augusto Pinochet.

La nuova sarà sottoposta a un referendum a dicembre. I repubblicani hanno ottenuto il 35 per cento dei voti, cioè 23 seggi nel consiglio costituente. È un terremoto politico, non solo perché il partito di estrema destra ha superato la coalizione al governo, arrivata seconda, ma anche perché la sinistra ha conquistato solo 17 consiglieri su cinquanta, quindi non avrà potere di veto nel consiglio. L’estrema destra ha superato anche i partiti conservatori tradizionali, che hanno ottenuto undici consiglieri. “Se tutto andrà secondo i pronostici, per un paradosso della storia proprio i politici che per decenni si sono opposti a cambiare la costituzione e che oggi rappresentano la principale minaccia per la democrazia avranno mano libera per scrivere il nuovo testo”, ha detto Pierina Ferretti, direttrice esecutiva della fondazione Nodo XXI, legata al Frente amplio del presidente Boric.

La sera del 7 maggio Kast ha parlato dalla sede del suo partito: “Oggi è il primo giorno di un futuro migliore per il nostro paese”, ha detto. “Il Cile ha sconfitto un governo fallito”, ha aggiunto tra le grida di “lunga vita al Cile” e “batosta”, in riferimento all’ampio vantaggio riportato sulle altre forze politiche.

Anche Boric si è rivolto al paese. In un discorso conciliante, ha ammesso che “il fallimento” del primo tentativo di scrivere una nuova costituzione era dipeso in parte dal non aver ascoltato chi la pensava diversamente nell’assemblea costituente. “Invito il Partito repubblicano a non fare il nostro stesso errore”, ha aggiunto.

Due strade possibili

Sia l’estrema destra sia la destra tradizionale hanno ottenuto ottimi risultati. Nel complesso potranno contare su 33 consiglieri nell’assemblea che scriverà la proposta di costituzione, superando le migliori previsioni delle ultime settimane. Con questi numeri la destra potrà proporre, approvare e modificare le norme costituzionali, superando comodamente il quorum dei tre quinti, equivalenti a trenta seggi del consiglio.

Dal canto loro i tre partiti conservatori tradizionali (Udi, Renovación nacional ed Evópoli) ora avranno due possibilità: irrigidire le proprie posizioni e imitare il Partito repubblicano di Kast o cercare di mantenere una distanza tattica e negoziare con gli altri settori del consiglio costituzionale.

“Il grande interrogativo è se la leadership della destra convenzionale resisterà a questo tsunami. La tentazione di seguire la linea di Kast sarà forte”, spiega lo studioso Cristóbal Rovira, responsabile del progetto di ricerca Apoyo y rechazo a la ultraderecha en Chile (Sostegno e rifiuto dell’estrema destra in Cile). “Tutti gli attori coinvolti, dai comunisti ai repubblicani, hanno discusso di sicurezza giorno e notte. È il tema dell’estrema destra. Succede come in Europa: se tutti parlano d’immigrazione, vince chi è contrario”, afferma.

Il risultato del voto ha creato un grande paradosso: quando a dicembre milioni di cileni torneranno alle urne per approvare o respingere la proposta, dovranno scegliere tra la costituzione di Kast e quella di Pinochet. ◆ fr

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Questo articolo è uscito sul numero 1511 di Internazionale, a pagina 25. Compra questo numero | Abbonati