L’Italia, insieme all’Ungheria, è uno dei paesi europei in cui le persone transgender si sentono più discriminate. A rilevarlo è un nuovo rapporto, “Essere trans nell’Unione europea, un’analisi comparativa” pubblicato dall’Agenzia europea per i diritti fondamentali (Fra), che riporta i risultati di un sondaggio condotto in tutta l’Unione.

L’81 per cento degli intervistati in Italia ha dichiarato di sentire una discriminazione molto forte, rispetto a una media europea del 59 per cento. Paesi Bassi, Lussemburgo e Repubblica Ceca risultano i paesi in cui la discriminazione nei confronti delle persone transgender si fa sentire in modo minore. L’Italia è anche il secondo paese per quanto riguarda la percezione dell’uso, da parte dei politici, di una retorica e di un linguaggio offensivo contro i transgender (il 51 per cento ha rilevato una tale tendenza, peggio solo la Lettonia con il 58 per cento).

Un altro record negativo per i transgender italiani è quello che riguarda l’atmosfera a scuola, per la quale si registra in Italia il livello più basso insieme a Estonia e Portogallo.

Ma la situazione non è più rosea nell’Unione europea: i transgender non solo subiscono spesso violenza per la loro identità, ma oltre due intervistati su cinque hanno dichiarato di aver vissuto vari episodi di violenza nell’anno precedente al sondaggio. Il dato è indicativo, secondo la Fra, del bisogno di norme specifiche sia a livello europeo sia a livello di stati membri. Un terzo degli intervistati ha dichiarato di avere paura a vestirsi in modo da esprimere apertamente la propria identità sessuale per il timore di essere attaccato o aggredito, e la metà dei transgender intervistati ha detto di evitare posti pubblici come piazze, strade e parcheggi. Quasi un transgender su cinque ha ammesso di non dichiarare apertamente in famiglia o a casa la sua sessualità.

La discriminazione riguarda anche il mondo del lavoro: in Europa, per esempio, un transgender su tre ha detto di aver subìto discriminazione nella ricerca di un impiego. E più si appartiene a ceti sociali meno elevati, più si è discriminati: c’è in pratica, secondo il sondaggio Fra, una diretta proporzione tra essere discriminati ed essere una persona a basso reddito, giovane o disoccupata.

Il rapporto contiene indicazioni anche su quello che gli stati membri dovrebbero fare per migliorare la situazione delle persone transgender perché, come si rileva nello studio, se si agisce è possibile ridurre la discriminazione. Il primo e più importante suggerimento che la relazione fornisce è quello di facilitare in tutti i paesi il riconoscimento legale della propria identità sessuale senza dover per forza ricorrere a interventi medici. Maurizio Molinari, Redattore sociale

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