18 marzo 2015 14:32

Oggi alle 15 il ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Maurizio Lupi, parteciperà all’interrogazione parlamentare alla camera. Lupi risponderà all’opposizione, che chiede le sue dimissioni.

Si tratta del suo primo intervento alla camera dopo la pubblicazione dell’inchiesta Sistema della procura di Firenze, che ha dimostrato l’esistenza di un giro di tangenti negli appalti pubblici in Italia e che ha portato all’arresto dell’ex funzionario del ministero Ercole Incalza. Negli atti dell’inchiesta compare anche il nome di Maurizio Lupi, che però non è indagato.

Il Movimento 5 stelle e Sel hanno presentato una mozione congiunta di sfiducia. Il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Graziano Delrio, ha dichiarato che Lupi non è obbligato a dimettersi ma che il Pd farà comunque “delle valutazioni politiche”. Ma qual è ruolo di Maurizio Lupi nella vicenda?

La struttura tecnica di missione. Dalle intercettazioni, condotte dai carabinieri del Ros, emerge un rapporto molto stretto tra Lupi e Incalza. In una registrazione del 16 dicembre 2014, il ministro parla con Incalza e dice: “Su questa roba ci sarò io e ti garantisco che se viene abolita la Struttura tecnica di missione non c’è più il governo!”. Il riferimento è proprio alla struttura gestita da Incalza, che il governo minacciava di controllare più da vicino o addirittura di sopprimere. Per questo Lupi lo avrebbe rassicurato.

Il figlio di Lupi. Dall’inchiesta emerge inoltre che Ercole Incalza avrebbe regalato a Luca Lupi, il figlio del ministro, un Rolex da 10.350 euro e gli avrebbe procurato un posto di lavoro. Attualmente Luca Lupi lavora negli Stati Uniti, ma l’anno scorso ha avuto un incarico per sei mesi allo studio Mor di Genova, di proprietà della famiglia della moglie di Stefano Perotti, uno dei quattro arrestati dell’inchiesta Sistema.

Maurizio Lupi nega di aver approfittato del suo incarico di ministro per far lavorare suo figlio. Lo ha fatto per la prima volta in un’intervista a la Repubblica, ma l’ha ribadito anche oggi: “Non ho mai fatto pressioni per chiedere l’assunzione di mio figlio e quindi non ci potrà mai essere alcuna intercettazione su questo”.

Secondo l’opposizione, Lupi mente. Lo dimostrerebbero anche le carte dell’inchiesta. In un’intercettazione del gennaio 2014, Maurizio Lupi telefona a Ercole Incalza e dichiara: “Deve venirti a trovare mio figlio”. In un’altra registrazione Stefano Perotti parla di quando “il figlio di Maurizio” comincerà a lavorare per lui. Il 30 gennaio 2014, si legge nelle carte diffuse dalla procura di Firenze, “Perotti informa il cognato Giorgio Mor che è riuscito a convincere i dirigenti Eni per avviare l’attività di progettazione loro affidata, gli prospetta che ha il ‘bisogno’ di dover impiegare proprio per questa attività un ‘ragazzo’ che verrà pagato dallo stesso Stefano Perotti”. Secondo gli inquirenti, il ragazzo sarebbe Luca Lupi.

La nomina di Riccardo Nencini. Un’altra questione riguarda il viceministro delle infrastrutture, Riccardo Nencini, che per i giudici è stato nominato grazie alla sponsorizzazione di Ercole Incalza. Nencini ha smentito. Anche in questo caso, c’è un’intercettazione che dimostra il coinvolgimento di Lupi. “Dopo che hai dato la sponsorizzazione per Nencini lo abbiamo fatto viceministro. Ora parlagli e digli che non rompa i coglioni. E comunque complimenti, sei sempre più coperto”, dichiara Lupi.

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