In Pakistan sono state eseguite altre nove condanne a morte, nonostante le critiche dell’Unione europea e delle organizzazioni di difesa dei diritti umani che hanno criticato l’eliminazione della moratoria sulla pena capitale in vigore dal 2008.
“A questo ritmo il Pakistan diventerà uno dei più grandi carnefici del mondo, un club vergognoso al quale nessun paese dovrebbe aspirare”, ha commentato David Griffiths, vicedirettore di Amnesty international in Asia. Da dicembre sono 48 le condanne a morte eseguite in varie prigioni del paese.
L’Unione europea ha esortato il Pakistan a ristabilire la moratoria e a impegnarsi nel rispetto degli accordi internazionali che impediscono in modo specifico il ricorso alla pena capitale per le persone che hanno meno di 18 anni. Dopo aver introdotto la moratoria nel 2008 il Pakistan aveva ottenuto l’esenzione dalle tasse sulle esportazioni di tessili, che gli aveva permesso di aumentare di un miliardo di dollari le sue vendite in Europa. Afp
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