14 aprile 2015 13:19

Almeno duemila donne e ragazze sono state rapite dai miliziani di Boko haram dall’inizio del 2014 e molte di loro sono state ridotte in schiavitù sessuale e addestrate a combattere. Lo denuncia un rapporto di Amnesty international, pubblicato in occasione dell’anniversario del rapimento di più di 200 studentesse della scuola di Chibok, nel nordest del paese.

Basato su quasi duecento testimonianze, tra cui quelle di 28 donne e bambine riuscite a fuggire ai loro sequestratori, il rapporto di 90 pagine intitolato “Il regno del terrore di Boko haram”, denuncia diversi crimini di guerra e crimini contro l’umanità commessi dal gruppo armato a partire dal 2014, tra cui l’uccisione di almeno 5.500 civili nel nord-est della Nigeria. Il rapporto rivela che i miliziani di Boko haram arruolano a forza e uccidono sistematicamente uomini e bambini, rapiscono, imprigionano e in alcuni casi stuprano donne e bambine, le costringono a sposarsi o a partecipare alle azioni armate, a volte contro i loro villaggi e le loro città.

“Uomini e donne, bambini e bambine, cristiani e musulmani, sono stati uccisi, sequestrati e brutalizzati sotto il regno del terrore di Boko haram, che ha investito milioni di persone. I recenti successi militari possono anche essere l’inizio della fine per il gruppo armato, ma c’è ancora tantissimo da fare per proteggere i civili, risolvere la crisi umanitaria e rimarginare le ferite”, ha detto Salil Shetty, segretario generale di Amnesty international.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it