14 maggio 2015 18:47
Un’aspirante soldata viene sottoposta alle prove per entrare nell’esercito a Semarang, nell’isola di Giava, il 14 ottobre 2014. (WF Sihardian, NurPhoto/Corbis/Contrasto)

Le forze armate di Jakarta sottopongono le future reclute a diverse prove fisiche e psicologiche. Ma alle donne è riservato un trattamento particolare. Devono dimostrare la loro verginità, nel corso di un controllo definito “invasivo e umiliante” dall’ong internazionale Human rights watch (Hrw). Un dottore deve verificare con il test delle due dita se la potenziale soldata abbia già avuto rapporti sessuali. La verginità è un requisito essenziale, inderogabile. “Dobbiamo esaminare la loro mentalità. Se hanno fatto sesso, se sono indecenti, non hanno una mentalità sana”, ha spiegato al giornale britannico The Guardian il portavoce dell’esercito indonesiano Fuad Basya.

Hrw sta facendo pressioni sull’esecutivo affinché abbandoni una pratica che considera priva di ogni base scientifica: un trattamento inumano e degradante - si legge sul sito dell’organizzazione umanitaria - che viola le leggi sui diritti umani. “Le forze armate indonesiane dovrebbero riconoscere che questo test dannoso e umiliante non contribuisce al rafforzamento della sicurezza nazionale”, ha precisato il responsabile della difesa dei diritti delle donne di Hrw Nisha Varia. Che ha aggiunto: “Il presidente Joko Widodo dovrebbe immediatamente abolirlo e impedire che si pratichi in tutti gli ospedali”. Ma le autorità difendono la prova della verginità, ritenendola un elemento fondamentale della visita medica non solo per le aspiranti reclute, ma anche per le donne che vogliono sposare dei militari. “Continueremo ad adottarla, perché per un soldato la cosa più importante è la mentalità. Ogni requisito fisico e psicologico è secondario”, ha continuato Basya.

Non è la prima volta che il tema suscita condanne da parte delle organizzazioni umanitarie. L’anno scorso Hrw ha denunciato la diffusione del test della verginità nelle forze di polizia indonesiana, dove è in vigore almeno dal 1965. Nel novembre del 2014, l’Organizzazione mondiale della salute (Oms) ha chiarito nelle sue linee guida come la pratica non abbia alcuna legittimità scientifica. Le lacerazioni dell’imene possono essere dovute anche a motivi non correlati al sesso, fa sapere Hrw, che in una nuova indagine condotta tra il maggio del 2014 e l’aprile del 2015 riporta le interviste fatte a undici donne che hanno subito il trattamento: sono aspiranti soldate e fidanzate di militari. “Nel 2013 ho fatto domanda per essere ammessa all’accademia militare di Bandung. Tutte le reclute dovevano sottoporsi a degli esami medici. Uno di questi è il test della verginità. Mi ha sconvolta sapere che il dottore che stava per visitarmi era un uomo. Ero confusa. Mi sentivo umiliata. Ero molto tesa”, ha raccontato una di loro.

In un video diffuso nel 2014, Hrw ha raccolto le testimonianze di alcune donne.

Il video di Human rights watch

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Il decoro, l’onore e la moralità delle forze armate sono tra le ragioni con cui si giustifica questo trattamento, in un paese fortemente conservatore e dove il valore della verginità femminile è molto importante. Al punto che prima nel 2010 e poi nel 2013 alcuni funzionari hanno suggerito di sottoporre le studentesse alla prova delle due dita e di espellerle dalla scuola se l’esito fosse stato negativo. Nel febbraio 2015, in un distretto di Java, la proposta di un legislatore, che voleva negare il diploma alle liceali che si fossero rifiutate di fare il test, è stata ritirata a causa delle proteste che aveva generato.

La nuova ricerca di Human rights watch è stata pubblicata alla vigilia di una conferenza internazionale sulla medicina militare, che si terrà tra il 17 e il 22 maggio a Bali. L’organizzazione vuole spingere i paesi partecipanti - tra cui Stati Uniti, Australia e Regno Unito - a convincere l’Indonesia a vietare il test.

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