14 luglio 2015 13:41

Il presidente statunitense Barack Obama ha tenuto una conferenza stampa per commentare l’accordo sul programma nucleare iraniano, annunciato oggi a Vienna dall’Alta rappresentante per la politica estera dell’Unione europea, Federica Mogherini, e dal ministro degli esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif.

Per visualizzare questo contenuto, accetta i cookie di tipo marketing.

Ecco i punti principali del suo discorso:

  • Barack Obama ha definito l’intesa “un accordo globale a lungo termine con l’Iran che gli impedirà di fabbricare un’arma nucleare”. Il presidente ha aggiunto che “questa intesa dimostra che la diplomazia statunitense può portare a cambiamenti significativi” e che “ogni strada verso le armi nucleari è stata cancellata”.
  • Obama ha confermato che l’Iran si sbarazzerà del 98 per cento delle scorte di uranio arricchito e rimuoverà i due terzi delle centrifughe (i macchinari che servono ad arricchire l’uranio). “Grazie a questo accordo, l’Iran non produrrà uranio altamente arricchito e plutonio per uso militare”, ha detto Obama.
  • Il presidente ha confermato che, se l’Iran rispetterà i patti, le sanzioni saranno sospese, ma in caso contrario torneranno subito in vigore. Ha inoltre dichiarato che resteranno in piedi le sanzioni all’Iran per le violazioni dei diritti umani.
  • Obama ha incoraggiato un “forte dibattito” sul nucleare iraniano al congresso degli Stati Uniti (che ora avrà 60 giorni per esaminare l’accordo e poi altri 22 giorni per approvarlo). Ma ha annunciato che metterà il veto su qualsiasi legge che cercherà di impedire il rispetto dell’accordo. “Questo non è il momento dei giochi politici”, ha commentato.
  • Il presidente ha ammesso che senza questo patto l’Iran si sarebbe dotato della bomba atomica, scatenando una corsa agli armamenti nucleari nella regione: “Nessun patto avrebbe significato una nuova guerra in Medio Oriente”.
  • Obama ha concluso dicendo che l’accordo non risolve tutte le divergenze tra Stati Uniti e Iran, ma offre la possibilità di andare verso una nuova direzione. “Dobbiamo coglierla”, ha sottolineato.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it