04 settembre 2015 15:50

Un gruppo di attivisti austriaci ha deciso di organizzare una carovana di pullman e auto private per portare a Vienna i migranti ancora bloccati a Budapest in Ungheria. L’appuntamento è domenica mattina nel parcheggio dello stadio Ernst Happel di Vienna, da cui il convoglio partirà alla volta della capitale ungherese. La pagina Facebook dell’evento, Konvoi Budapest Wien, ha già raccolto più di duemila adesioni.

Per visualizzare questo contenuto, accetta i cookie di tipo marketing.

In questi giorni già diversi austriaci hanno deciso autonomamente di attraversare il confine per accompagnare i profughi che aspiravano a raggiungere l’Austria e la Germania ma sono stati bloccati dalle autorità ungheresi, nella stazione ferroviaria di Budapest o in altre zone del paese. Oggi quattro attivisti austriaci sono stati fermati dalla polizia ungherese con l’accusa di traffico di esseri umani, un crimine che in Ungheria è punibile con cinque anni di prigione.

Gli attivisti sono stati rilasciati dopo che il ministro degli esteri ungherese Péter Szijjártó ne ha promesso la liberazione. Il responsabile della diplomazia austriaca, Sebastian Kurz, ha dichiarato: “C’è differenza tra i trafficanti di esseri umani che sono pronti a mettere a rischio la vita delle persone per profitto e le persone che vogliono solo aiutarne altre”. Il giorno prima la sua collega, ministra dell’interno Johanna Mikl-Leitner, ha comunque ricordato che in Austria aiutare gli immigrati clandestini comporta multe fino a 5mila euro.

Il giornalista e scrittore austriaco Robert Misik ha raccontato su Die Zeit di essere andato alla stazione Keleti di Budapest il 2 settembre e di aver portato tre bambini siriani e il loro padre a Vienna.

In queste ore centinaia di migranti hanno lasciato la stazione Keleti di Budapest con l’intenzione di raggiungere a piedi il confine con l’Austria, a 175 chilometri. La polizia non è intervenuta e non ci sono stati scontri. Circa trecento migranti sono fuggiti dal campo di accoglienza di Röszke, nel sud dell’Ungheria, scontrandosi con le forze dell’ordine. Più di duemila persone sono ancora all’interno del campo.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it