08 ottobre 2015 21:04

Christina al Bdewi sognava di diventare un medico, ma il suo progetto ha subìto una battuta d’arresto lo scorso maggio, quando è fuggita dagli scontri tra ribelli islamisti ed esercito siriano nella sua città natale, la capitale siriana Damasco.

Aveva appena terminato il suo primo semestre di medicina, ma ora si chiede se realizzerà mai il suo sogno, dato che sta aspettando l’esame della sua richiesta di status di rifugiata in una piccola città tedesca in cui si è stabilita con la madre.

“È molto dura, è come ricominciare da capo”, spiega in un inglese stentato. “Non parlo tedesco e non posso andare a scuola per impararlo, perché sto aspettando che venga esaminata la mia pratica”.

Per gli studenti come lei, la salvezza potrebbe arrivare grazie a una nuova università online, il cui lancio è previsto per il mese di ottobre, che promette di concedere ai profughi diplomi riconosciuti a livello internazionale, senza bisogno di pagare una retta o di fornire tutta la documentazione richiesta.

La Kiron University, che prende il nome dal centauro Chirone (un personaggio della mitologia greca che si prendeva cura degli altri nei momenti di bisogno), è stata fondata l’anno scorso a Berlino da un gruppo di studenti.

Possono volerci anni prima che i richiedenti asilo siano riconosciuti dallo stato

Quest’anno in Germania è previsto l’arrivo della cifra record di 800mila rifugiati e richiedenti asilo: trovare loro un lavoro è considerato l’elemento chiave di un’integrazione riuscita.

Ma possono volerci anni prima che i richiedenti asilo siano riconosciuti dallo stato, e spesso non hanno i documenti relativi al grado d’istruzione raggiunto, poiché i sono stati persi durante la fuga oppure potrebbero non essere riconosciuti in Germania.

“Mancanza di risorse, di documenti legali e di competenze linguistiche: tutto questo contribuisce a rendere molto difficile per i profughi un ritorno agli studi”, dice il cofondatore della Kiron Odai Al Hashmi, un siriano fuggito in Germania nel 2013 passando per la Turchia.

Per iscriversi alla Kiron University basta presentare un documento che attesti lo status di rifugiato oppure che certifichi che è stata presentata la relativa richiesta.

La Kiron ha ideato un programma triennale e ha avviato una partnership con alcune delle migliori università del mondo, come le statunitensi Harvard, Stanford e Yale, che già offrono corsi di laurea accreditati online.

Durante il primo anno gli studenti possono esplorare i corsi online, seguire corsi di tedesco e di inglese e classi di preparazione accademica; oppure, se si sentono pronti, possono cominciare gli studi universitari.

Il secondo anno possono scegliere tra cinque piani di studio – economia, ingegneria, architettura, informatica e studi interculturali – e accumulare crediti per la laurea.

Attualmente questi corsi sono disponibili soltanto in inglese, ma la Kiron spera che in futuro saranno disponibili anche in arabo e in francese.

Giunti al terzo anno, gli studenti si trasferiranno in una delle università partner della Kiron, che riconosceranno i loro crediti e daranno loro la possibilità di concludere gli studi in un campus. Solo a questo punto, spiega Al Hashmi, gli studenti dovranno fornire tutti i documenti richiesti.

Gestita da volontari, la Kiron ha già raccolto più di 146mila euro, sufficienti per 122 borse di studio.

La Kiron è stata sommersa di domande, soprattutto dalla Siria, per un totale di 15mila persone desiderose di iscriversi, ha detto.

Più di venti università, alcune delle quali fuori dalla Germania, si sono impegnate ad accettare studenti dalla Kiron, che è sponsorizzata da presidenti di università e da aziende ma non può offrire certificati di laurea in quanto non accreditata come università.

Invece di cercare finanziamenti governativi, l’organizzazione non profit si è rivolta a internet con l’obiettivo di raccogliere 1,2 milioni di euro per coprire i costi di frequenza relativi a mille studenti.

Il denaro servirà a fornire assistenza agli studenti, attrezzature informatiche, accesso internet e software, nonché le quote di iscrizione a biblioteche e banche dati.

Gestita da volontari, la Kiron ha già raccolto più di 146mila euro in meno di un mese, sufficienti per 122 borse di studio.

Christina al Bdewi vuole iscriversi alla Kiron, anche se non offre corsi di medicina, cominciando con lo studio delle lingue. “Almeno c’è qualche speranza che riuscirò a studiare di nuovo”, ha detto.

(Traduzione di Cristina Biasini)

Questo articolo è stato pubblicato dalla Thomson Reuters Foundation.

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