Migliaia di persone hanno risposto all’appello di sindacati, forze di sinistra e organizzazioni filocurde e si sono riunite nella capitale turca per rendere omaggio alle 95 vittime dell’attentato del 10 ottobre.

Secondo l’ultimo bilancio diffuso dall’ufficio del primo ministro, le vittime della strage di ieri sono state 96, 246 persone sono rimaste ferite, 48 delle quali in terapia intensiva. Secondo fonti del partito filocurdo Hdp, invece, il bilancio è di 128 vittime.

Il leader dell’Hdp, Selahattin Demirtas, ha denunciato un “delitto mafioso di stato” e una “mentalità da serial killer”. Il governo respinge tutte le accuse e il ministro dell’interno Selami Altinok ha escluso le dimissioni, perché “non c’è stata nessuna falla nel sistema di sicurezza”.

I manifestanti accusano il governo di non aver protetto il corteo, di non aver schierato la polizia alla partenza della marcia, e di aver ritardato i soccorsi. Dopo l’attentato, infatti, la polizia ha attaccato i manifestanti con gas lacrimogeni e idranti e ha ritardato l’intervento dei soccorsi.

Durante le manifestazioni, sono stati gridati slogan contro il governo e contro il presidente conservatore Recep Tayyip Erdoğan come “Erdoğan
assassino”, “Il governo si deve dimettere” e “Il governo ci deve spiegazioni”.

Il principale partito dell’opposizione, il Partito repubblicano del popolo (Chp), ha detto che si devono dimettere tutti i responsabili politici dell’attentato, “incapaci di prevedere il massacro di Ankara”.

Erdoğan dal canto suo ha definito l’attentato un “gesto odioso che mina l’unità e la pace del paese”. Alcune fonti vicine al governo hanno indicato che si sarebbe trattato di un attentato provocato da due attentatori suicidi probabilmente affiliati al gruppo Stato islamico. Un episodio simile era avvenuto il 20 luglio a Suruç: in un attentato contro un centro culturale erano morti più di 30 attivisti filocurdi. L’attentato di Suruç è stato attribuito ai jihadisti dello Stato islamico.

Il primo ministro ad interim Ahmet Davutoğlu ha dichiarato tre giorni di lutto nazionale e ha detto che si è trattato di un attacco terroristico, molto probabilmente condotto da due attentatori suicidi. Davutoğlu ha lasciato intendere che sia lo Stato islamico sia il Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk) avrebbero potuto essere all’origine dell’attentato.

Il gruppo armato Pkk, attivo nel sudest del paese, ha annunciato il cessate il fuoco il 10 ottobre, subito dopo l’attentato, in vista delle elezioni del 1 novembre. Ma l’esercito turco non ha interrotto i bombardamenti delle postazioni del Pkk, uccidendo 14 ribelli.

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