17 novembre 2016 11:04

La vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali statunitensi dell’8 novembre è stata paragonata a quella dei sostenitori della Brexit – l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea – nel referendum del 23 giugno scorso. Tra le idee del neoeletto presidente e quelle dei promotori della Brexit c’è una grande affinità, sottolinea l’Economist, e lo stesso Trump si è definito Mr. Brexit in campagna elettorale.

L’elezione di Trump avrà degli effetti diretti sul processo di uscita del Regno Unito dall’Unione europea? Ecco come potrebbero cambiare i rapporti tra Londra e Washington, e le relazioni dei due paesi con il resto dell’Unione europea, alla luce dei risultati delle presidenziali statunitensi e del referendum britannico.

Il rischio dell’isolamento commerciale
Per quanto riguarda il commercio, il quotidiano britannico The Guardian prevede due possibili scenari. Nel primo, Trump deciderà di firmare un accordo commerciale bilaterale, un’eventualità che potrebbe rafforzare la posizione economica britannica dopo l’indebolimento causato dalla Brexit. Tuttavia Trump sostiene che gli accordi di libero scambio siano uno dei principali mali del suo paese e si è detto pronto a cominciare una guerra tariffaria con la Cina.

Se gli Stati Uniti di Trump e altri paesi adottassero misure protezionistiche, il Regno Unito si troverebbe completamente isolato, perché contemporaneamente dovrebbe uscire dal mercato unico europeo e dalle unioni doganali e dovrebbe cercare nuovi accordi commerciali con quegli stessi paesi che hanno deciso di seguire il protezionismo di Trump.

Le alternative alla Nato
Finora, grazie all’esistenza della Nato, i paesi dell’Unione europea non hanno sentito la necessità di cooperare più strettamente nel settore della difesa. Ma ora che “l’America verrà prima di tutto”, come ha annunciato Trump, è possibile che gli altri stati della Nato siano spinti a trovare soluzioni alternative, per esempio rafforzando la difesa comune europea. In uno scenario di indebolimento del Patto atlantico, la forza dell’esercito e dei servizi segreti britannici potrebbero essere utili all’Unione, spingendo i suoi paesi – soprattutto quelli dell’Europa orientale preoccupati dall’espansionismo russo – a fare concessioni nei confronti del governo di Londra una volta uscito dall’Ue.

Ma allo stesso modo, sostiene il Guardian, non si può escludere che gli altri governi rifiutino di appoggiare il Regno Unito e lo abbandonino alle conseguenze poco piacevoli della Brexit, per dimostrare ai partiti euroscettici nazionali che lasciare l’Unione è controproducente e per evitare che le posizioni antieuropeiste prevalgano anche alle prossime elezioni in Francia e in Germania.

Cooperazione con i governi europei
Dal punto di vista diplomatico, i rapporti tra Regno Unito e Stati Uniti potrebbero peggiorare. Nonostante l’iniziale entusiasmo del governo britannico per la vittoria di Trump è possibile che la prima ministra Theresa May debba fare un passo indietro per evitare di compromettere i rapporti con il resto dell’Unione europea. È fondamentale per il Regno Unito provare a uscire dall’Ue mantenendo ottimi rapporti con gli altri 27 stati, dato che le relazioni con gli Stati Uniti cambieranno radicalmente nei prossimi anni con la presidenza di Trump.

Considerato che la vittoria di Trump sconvolgerà l’ordine globale e aumenterà i costi, le difficoltà e le conseguenze della Brexit, la prima ministra May dovrà cercare di cooperare, in particolare con la Germania, su numerosi temi: l’economia mondiale, la sicurezza, i rapporti con la Russia e con la Cina. Inoltre, conclude l’Economist, l’Europa potrebbe approfittare dell’influenza che il Regno Unito esercita ancora sugli Stati Uniti per “spingere il nuovo Mr. Brexit su posizioni più moderate”.

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