21 novembre 2016 14:01

Non capita spesso che i bagagli vengano spediti a una destinazione sbagliata dopo un volo, ma quando succede è una cosa che fa davvero arrabbiare. Secondo uno studio di Skytrax, lo smarrimento dei bagagli è stato il principale motivo di lamentela da parte dei passeggeri lo scorso anno, battendo persino i ritardi dei voli e i sedili stretti. Questo problema potrebbe diventare sempre più raro.

Il settore dell’aviazione sta facendo crescente ricorso a dispositivi di identificazione a radiofrequenza (Rfid) per rintracciare i bagagli. Le compagnie aeree hanno cominciato ad attaccare questi dispositivi alle etichette delle valigie. Un uso diffuso di questa tecnologia potrebbe ridurre in modo significativo il numero di bagagli smistati in modo errato.

In base a una ricerca condotta dall’azienda informatica Sita e dall’Associazione internazionale per il trasporto aereo, un’associazione di settore, l’adozione degli Rfid potrebbe consentire al 99 per cento dei bagagli di arrivare correttamente a destinazione. Altre nuove tecnologie hanno già dimezzato dal 2007 il numero di bagagli smistati in modo errato. Gli Rfid potrebbero ridurre di un ulteriore 25 per cento questa cifra nei prossimi sei anni, nonostante il continuo aumento del volume di bagagli.

Con gli Rfid i nastri trasportatori individuano automaticamente la destinazione di un bagaglio e lo bloccano se è diretto al volo sbagliato

Attualmente, come evidenziato dal Los Angeles Times, le compagnie aeree di solito rintracciano le valigie attraverso i codici a barre stampati sulle etichette dei bagagli. Gli addetti allo smistamento devono usare scanner manuali per stabilire dove debba andare quel determinato bagaglio e indirizzarlo sull’aereo giusto. Questo, ovviamente, lascia spazio all’errore umano. Con gli Rfid incorporati nelle etichette, i nastri trasportatori potrebbero individuare automaticamente la destinazione di un bagaglio e bloccarlo se è diretto al volo sbagliato.

Una portavoce della Delta air lines, tra le prime compagnie aeree ad adottare gli Rfid, ha riferito al Los Angeles Times che il livello di precisione con la tecnologia dei codici a barre è del 90 per cento circa. Con gli Rfid si avvicinerà al 99,9 per cento.

Le compagnie aeree sono economicamente incentivate ad adottare subito questa tecnologia. Secondo lo studio, aggiungere gli Rfid alle etichette costerebbe solo 10 centesimi a passeggero, ma determinerebbe un risparmio di più di 20 centesimi a persona riducendo il numero di articoli smarriti o smistati in modo errato.

E allora quando vedremo gli Rfid diventare la norma? Sui voli della Delta air lines il processo è già avviato. La compagnia aerea statunitense ha investito 50 milioni di dollari negli Rfid quest’anno e ha equipaggiato 84 aeroporti nazionali con la tecnologia necessaria a incorporarli nelle etichette; presto dovrebbero farlo anche gli aeroporti internazionali. La Delta air lines ha anche lanciato una app che consente ai passeggeri di rintracciare i loro bagagli su una mappa, in modo da poter verificare che stiano viaggiando verso la giusta destinazione (o eventualmente scoprire dove si trovano in caso contrario).

Di sicuro altre compagnie seguiranno presto l’esempio. Fino ad allora ci sono altre “etichette intelligenti” a cui i passeggeri possono fare ricorso per ritrovare le valigie smarrite. Per esempio, è sempre una buona idea scrivere su una di quelle vecchie targhette per bagagli la propria email e il proprio numero di telefono.

(Traduzione di Giusy Muzzopappa)

Questo articolo di A. W. è stato pubblicato sul blog Gulliver dell’Economist.

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