17 luglio 2020 15:37

Con meno di 3.240 casi e 58 morti, la Thailandia sembra essere stata poco colpita dal virus. Molti, tra cui il New York Times, s’interrogano sulle ragioni di questo successo. Anche altri paesi della regione del fiume Mekong sono stati relativamente risparmiati dalla pandemia. In Vietnam, per esempio, non ci sono stati decessi, mentre la Birmania ha registrato appena 336 contagi, la Cambogia 166 e il Laos 19. Secondo Taweesin Visanuyothin, portavoce del ministero della salute di Bangkok per le questioni legate al covid-19, il successo non dipende dal sistema immunitario dei tailandesi, ma dalla loro cultura e dalle loro abitudini. “I tailandesi si salutano senza contatti fisici”, ha spiegato. Anche se il primo caso di covid-19 fuori dalla Cina è stato confermato proprio in Thailandia – si trattava di un turista di Wuhan – i contagi sono stati legati soprattutto all’arrivo di persone infette da Giappone, Europa e Stati Uniti. Ma grazie alle misure di contenimento imposte a marzo e all’adozione precoce delle mascherine, la diffusione del virus è stata tenuta sotto controllo.

Wiput Phoolcharoen, esperto di salute pubblica dell’università Chulalongkorn di Bangkok, ha osservato che più del 90 per cento delle persone risultate positive al nuovo coronavirus in un focolaio a Pattani, nel sud della Thailandia, erano asintomatiche. Così ha concentrato le sue ricerche sul sistema immunitario dei suoi concittadini, arrivando alla conclusione che i tailandesi, così come altre popolazioni del sudest asiatico, sono più esposte al virus dengue, che si trasmette con le punture di zanzara, e per questo il loro sistema immunitario potrebbe reagire meglio al covid-19.

Le altre notizie dal mondo

  • Secondo i dati pubblicati il 17 luglio, il virus Sars-cov-2 ha contagiato più di 13,8 milioni di persone in tutto il mondo, di cui 7,7 milioni sono guarite e 590mila sono morte. Negli Stati Uniti, il paese più colpito al mondo, è stata registrata il 16 luglio la cifra record di 75.600 nuovi casi. Seguono il Brasile, dove la situazione non accenna a migliorare, e l’India, dov’è stato superato il milione di persone contagiate. Due terzi dei 230mila contagi registrati in tutto il mondo nella giornata del 15 luglio venivano da quattro paesi: Stati Uniti, Brasile, India e Sudafrica.
  • Anche in alcune regioni d’Europa tornano a salire i contagi. In Spagna è stato raccomandato ai residenti dell’area metropolitana di Barcellona di restare a casa e di limitarsi agli spostamenti strettamente necessari, a causa di un nuovo aumento dei casi di covid-19. Le autorità hanno chiesto alle persone di non andare nelle seconde case. Restano chiusi cinema, teatri e discoteche. Le misure resteranno in vigore per almeno 15 giorni.
  • I servizi d’intelligence del Regno Unito hanno lanciato un avvertimento: hacker sostenuti dalla Russia starebbero prendendo di mira le aziende farmaceutiche e i centri di ricerca accademici britannici, statunitensi e canadesi impegnati nella ricerca di un vaccino contro il covid-19. Secondo gli agenti, il gruppo di hacker APT29 sta usando un malware chiamato WellMess o WellMail per rubare informazioni sulla ricerca e lo sviluppo del vaccino. La accuse sono state respinte da Mosca.
  • Negli Stati Uniti, dove le misure contro il covid-19 sono state adottate in ordine sparso e l’uso della mascherina è stato anche strumentalizzato dalla politica, il governatore repubblicano dello stato della Georgia Brian Kemp ha fatto causa alla sindaca democratica di Atlanta Keisha Lance Bottoms per aver imposto in città l’obbligo della mascherina e la chiusura delle attività commerciali non essenziali.
  • In Sudafrica il presidente Cyril Ramaphosa ha ringraziato la famiglia di Zindzi Mandela, attivista e diplomatica, figlia dell’ex presidente Nelson Mandela, deceduta lo scorso 13 luglio, per aver rivelato che il giorno della morte era risultata positiva al nuovo coronavirus. Secondo Ramaphosa è stato un “gesto importante”, perché serve a togliere lo stigma che colpisce i malati di covid-19. I pregiudizi e la discriminazione dei malati di aids erano stati un ostacolo ai tempi della lotta contro l’epidemia di hiv, che colpì duramente il Sudafrica.
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  • Un centinaio di scienziati, tra cui 15 premi Nobel, ha scritto una lettera ai National institutes of health statunitensi per perorare la causa dei challenge trials nella ricerca di un vaccino contro il covid-19. In questo tipo di processo volontari sani (e, nel caso di un trial sul covid-19, di giovane età, perché meno a rischio di complicanze) ricevono il vaccino e poi vengono esposti al nuovo coronavirus. Questo approccio è già stato usato in passato, ma solleva dei dubbi etici perché mette a rischio la salute delle persone. Tuttavia secondo i firmatari, se i challenge trials possono accelerare e rendere più efficace lo sviluppo del vaccino, è giusto considerarne l’uso.
  • Tra tutti i vaccini attualmente in sperimentazione nel mondo quello in stato più avanzato, secondo il settimanale Bloomberg Businessweek, è quello dell’università di Oxford, che sarà prodotto dalla casa farmaceutica AstraZeneca. Secondo Sarah Gilbert la ricercatrice a capo dell’équipe di Oxford, già a settembre si saprà se il vaccino è efficace.
  • Con l’arrivo dell’autunno sarà inevitabile dover effettuare test più regolari per verificare la positività al covid-19. Generalmente si fanno i tamponi nasali, scrive Le Monde, ma un’alternativa sembra farsi avanti: un test basato su un campione di saliva, in cui basterebbe sputare in una provetta, in un laboratorio, dal dottore o anche a casa, per poi verificare l’eventuale presenza del virus. È una tecnica ancora sperimentale, ma alcune ricerche sono incoraggianti. Secondo uno studio condotto ad aprile dall’università di Yale su 165 pazienti, i test sulla saliva sono più sensibili. Ma i virologi hanno ancora dei dubbi. Secondo alcuni, infatti, la quantità di virus nella saliva è in realtà minima o potrebbe variare a seconda di come il paziente emette la saliva.

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