23 luglio 2020 15:06

Gli Stati Uniti hanno deciso di investire 1,95 miliardi di dollari in un contratto con la casa farmaceutica Pfizer e con l’azienda tedesca BioNTech per la fornitura di cento milioni di dosi del vaccino su cui stanno lavorando, dosi che le aziende dovranno consegnare entro dicembre. Secondo l’accordo, il governo statunitense comprerà la prima partita di farmaci al costo di circa 20 dollari a dose, e avrà il diritto di acquistare altre 500 milioni di dosi. Gli statunitensi, scrive il New York Times, riceveranno il vaccino gratuitamente. Ma non si sa ancora se il farmaco è efficace e sicuro, e se otterrà l’autorizzazione alla vendita della Food and drug administration (Fda). Senza approvazione, il governo non pagherà l’intera cifra.

Per accelerare la ricerca e le fasi di sviluppo del vaccino, gli Stati Uniti hanno investito in varie iniziative, ma la scommessa sulla Pfizer è la più grande fatta finora dal presidente Donald Trump. Anche in Europa la corsa al vaccino ha coinvolto governi e istituzioni. Per esempio, la Germania ha acquisito una quota del 23 per cento nell’azienda biotecnologica CureVac, impegnata nella ricerca sul nuovo coronavirus, mentre all’inizio di maggio l’Unione europea era riuscita a raccogliere promesse di contributi per otto miliardi di dollari da destinare a questi studi. Per il vaccino la Cina si è affidata all’Accademia militare di scienze mediche e un’azienda, la Sinopharm, che ha cominciato la fase finale dei test a inizio giugno, negli Emirati Arabi Uniti.

Intanto negli Stati Uniti la pandemia non si ferma. La California ha superato lo stato di New York per numero di casi di covid-19: secondo il database del New York Times, la California conta 422mila casi, contro i 413mila di New York, dove la diffusione del virus ha cominciato a rallentare. Il 22 luglio la California ha annunciato più di 12.100 contagi, un record. New York è, però, lo stato con il bilancio delle vittime più pesante: 32.558. Sempre il 22 luglio in tutti gli Stati Uniti sono stati registrati nuovamente più di mille morti da covid-19 in un solo giorno, per un totale di 135.438 decessi. I casi confermati sono quasi quattro milioni e si contano in media 66mila nuovi casi al giorno, più del doppio rispetto a un mese fa. Secondo il Covid tracking project, ieri erano 59.628 gli statunitensi ricoverati in ospedale per il covid-19.

Per visualizzare questo contenuto, accetta i cookie di tipo marketing.

Nel resto del mondo

  • Mentre nel mondo si contano 15,2 milioni di contagi, in Europa la situazione continua a preoccupare. Il 22 luglio il totale delle persone infettate dal nuovo coronavirus ha superato i 3,2 milioni, di cui oltre la metà si trovano in Russia (795.038 casi, di cui 12.892 mortali), Regno Unito (296.377 casi, 45.501 morti), Spagna (267.551 casi, 28.426 morti) e Italia (245.032 casi, 35.082 morti). Il continente resta la regione più colpita del mondo per numero di decessi: 206.633, sui 626.994 registrati nel mondo.
  • In America Latina e nei Caraibi i contagiati sono più di quattro milioni, di cui la metà in Brasile, mentre le vittime sono 170mila. Il 22 luglio in Brasile sono stati registrati 67.860 nuovi casi, un nuovo record quotidiano, mentre le vittime sono quasi 83mila. L’aumento dei casi riguarda soprattutto le zone con focolai più recenti, come le regioni meridionali e centroccidentali, mentre negli stati dove il virus si è diffuso prima, come quelli di São Paulo o di Rio De Janeiro, il numero delle infezioni si sta stabilizzando o è in leggero calo. Con 5.782 nuovi casi in un giorno, anche l’Argentina ha registrato un nuovo record.
  • Il 23 luglio la Cina ha registrato 22 nuovi casi, di cui 18 nella provincia autonoma dello Xinjiang. Nella regione abitata dalla minoranza uigura dal 18 luglio è in corso uno screening di massa, mentre nella capitale Urumqi è stato dichiarato lo “stato di guerra”. Dopo che sono stati registrati 17 nuovi casi il 18 luglio, quasi tutti i voli verso la città sono stati sospesi, i trasporti pubblici sono stati interrotti e agli abitanti è stato ordinato di non uscire di casa se non è strettamente necessario.
Per visualizzare questo contenuto, accetta i cookie di tipo marketing.
  • Nel Kashmir amministrato dall’India, il 22 luglio è stato imposto il confinamento per almeno una settimana. Le autorità hanno annullato l’Amarnath Yatra, l’annuale pellegrinaggio induista in una grotta sacra in mezzo alle montagne del Kashmir. Per due mesi ogni anno l’evento attira centinaia di migliaia di pellegrini. Ma nel Jammu e Kashmir tutti i luoghi di culto sono chiusi al pubblico fino al 31 luglio. Il 21 luglio nella regione sono stati registrati 608 nuovi casi di covid-19, che portano il totale a più di 15mila. Con più di un milione di casi, l’India è il terzo paese per numero di contagi al mondo.
  • Mentre il Giappone si prepara a quattro giorni di vacanza, la capitale Tokyo è in stato di massima allerta, dopo che gli esperti hanno avvertito che i casi di covid-19 sembrano in rapido aumento. La governatrice Yuriko Koike ha chiesto ai dieci milioni di abitanti della città di restare a casa, avvertendo che il 23 luglio sono stati registrati 366 nuovi casi, un dato che supera il record quotidiano di 293 casi della settimana scorsa. Nel paese più di 26mila persone hanno contratto il virus e meno di mille sono morte, ma sta aumentando il numero di pazienti in condizioni gravi.
  • In Romania il 22 luglio si sono ammalate di covid-19 1.030 persone, per un totale di 40.163 casi, di cui 2.100 mortali. Il superamento della soglia dei mille contagi ha spinto l’istituto nazionale di salute pubblica a lanciare un avvertimento alla popolazione, ricordando la necessità di rispettare le misure di prevenzione e contenimento. Il giorno prima era entrata in vigore una legge che colmava un vuoto legislativo (coperto fino a quel momento dall’emanazione di decreti) vietando alle persone ricoverate in ospedale per covid-19 di lasciare i centri di cura contro il parere dei medici. La nuova legge dà alle autorità anche il potere di imporre l’isolamento alle persone infettate. Il governo spera in questo modo di rallentare il ritmo dei contagi.
  • Il Regno Unito ha autorizzato di nuovo le visite nelle residenze per anziani, che dallo scoppio della pandemia erano state fortemente limitate. Un recente rapporto di una commissione indipendente ha stimato che il 6 per cento dei contagi registrati tra il 26 aprile e il 7 giugno ha riguardato gli ospiti di queste strutture. Il governo ha stabilito che potrà entrare un solo visitatore per residente e che gli esterni dovranno indossare la mascherina.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it