27 settembre 2022 12:54

Un’inchiesta giornalistica, un documentario e un movimento di protesta: Zero impunity è tutto questo. Il progetto multimediale nasce nel 2016 da un collettivo di reporter che decide di indagare sulle violenze sessuali commesse nelle zone di guerra: sei inchieste scavano in profondità sugli abusi commessi dai militari in Repubblica Centrafricana, Siria, Ucraina, Repubblica Democratica del Congo, Stati Uniti e su quelle dei caschi blu delle Nazioni Unite in varie parti del mondo. Indagine dopo indagine emerge un sistema d’impunità che usa lo stupro come arma di guerra e impedisce alle vittime di testimoniare e fare condannare i responsabili. Un sistema che ha conseguenze a lungo termine.

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Lo stupro, infatti, è considerato dagli eserciti di tutto il mondo un’arma dal potere “radioattivo”: danneggia chi lo subisce dal punto di vista fisico e psicologico, ma ha conseguenze anche sul tessuto sociale del paese. Sulla base di queste inchieste i registi Nicolas Blies e Stéphane Hueber-Blies hanno realizzato un documentario. Negli anni il collettivo ha anche organizzato varie azioni dimostrative in giro per l’Europa per non dimenticare le vittime e fare pressione sulle autorità politiche e giudiziarie. Il documentario – in francese, inglese, arabo, ucraino con sottotitoli in italiano – sarà proiettato il 1 ottobre. A seguire ci sarà un incontro con i registi e la giornalista francese Ilioné Schultz. Introduce e modera Maysa Moroni di Internazionale.

InfoIl documentario sarà trasmesso il 1 ottobre alla sala Estense. Ingresso gratuito fino a esaurimento posti.

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