Cina-Stati Uniti
Il 19 giugno, nel corso di una visita a Pechino del ministro degli esteri statunitense Antony Blinken, il suo collega cinese Wang Yi ha affermato che “l’unità nazionale è al centro degli interessi fondamentali della Cina” e che il paese “non farà alcun compromesso o concessione sulla questione di Taiwan”. Pechino considera l’isola una sua provincia ribelle. Wang ha aggiunto che gli Stati Uniti devono scegliere tra “cooperazione o conflitto”. Oggi Blinken incontrerà il presidente Xi Jinping.
Svizzera
Il 59,1 per cento degli elettori ha approvato il 18 giugno tramite referendum un piano per arrivare alla neutralità carbonica entro il 2050. Il piano prevede una riduzione progressiva delle emissioni di gas serra e delle importazioni di petrolio e gas. Il 78,5 per cento degli elettori ha invece approvato un secondo referendum sull’introduzione di una tassa minima del 15 per cento sui redditi delle multinazionali.
Austria
Il 18 giugno il capo dei servizi segreti Omar Haijawi-Pirchner ha affermato che la polizia ha arrestato tre persone di venti, diciassette e quattordici anni accusate di pianificare un attacco in occasione della sfilata del Gay pride, che si è svolta regolarmente il 17 giugno a Vienna. I tre ragazzi, austriaci di origine cecena o bosniaca, sono simpatizzanti del gruppo Stato islamico. La polizia ha sequestrato alcune armi.
Algeria
Il 18 giugno la corte d’appello di Algeri ha aumentato la pena dell’editore e giornalista Ihsane El Kadi a sette anni di prigione, di cui cinque effettivi. In primo grado El Kadi era stato condannato a cinque anni di prigione, di cui tre effettivi, per “aver ricevuto finanziamenti esteri per la sua attività”. L’ong Reporter senza frontiere (Rsf) ha definito la sentenza “scioccante e incomprensibile”.
Mali
Gli elettori sono andati alle urne il 18 giugno per un referendum su un progetto di costituzione, primo passo verso la restituzione del potere ai civili, prevista nel 2024. La minaccia jihadista e le tensioni politiche hanno però ostacolato il voto in varie località del nord e del centro del paese, che è guidato dai militari da quasi tre anni.
Uganda
Il 18 giugno il presidente Yoweri Museveni ha definito “atto disperato e vigliacco” l’attacco condotto da un commando armato jihadista contro un liceo del distretto di Kasese, nell’ovest del paese, nella notte tra il 16 e il 17 giugno. Nell’attacco, attribuito alla Forze democratiche alleate, legate al gruppo Stato islamico, sono morte quarantuno persone, in maggioranza studenti.
Israele-Palestina
Il 19 giugno almeno tre palestinesi sono morti nel corso di un’operazione condotta dall’esercito israeliano a Jenin, nel nord della Cisgiordania, per arrestare alcuni “miliziani ricercati”. Durante l’operazione si sono verificati degli scontri e alcuni elicotteri israeliani sono intervenuti aprendo il fuoco contro i palestinesi.
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